CALCIO ITALIANO
Mou e Max i duellanti
Juve-Roma: la sfida tra i due tecnici promette scintille in campo e fuori
Pubblicato il 16.10.2021 08:54
di Angelo Lungo
È la Serie A degli allenatori. I campioni non arrivano, anzi partono. I club italiani non hanno la forza economica di acquistare il fuoriclasse. E anche i talenti latitano. In Italia non c'è né un Pedri né un Gavi. Secondo Horst Wein, l'ispiratore della cantera, il brain training comincia dagli 8 ai 12 anni. I ragazzini vanno allenati ad eseguire la scelta giusta in campo nel minor tempo. Gli italiani nelle giovanili fanno sedute della durata di oltre due ore, mentre in Spagna mai più di 60 minuti e si privilegia l'intensità. Vengono formati al ruolo, che poi sanno interpretare con sagacia fin dal debutto. Contro l'Italia Gavi, di anni 17, dettava passaggi e indicava la giocata: sapeva cosa fare, sempre.
Ritorna il Campionato e la partita di cartello è Juve-Roma. Un tempo sarebbe stata incentrata sul confronto Del Piero-Totti. Ora i duellanti sono i tecnici: Max versus Mou. I due non si amano. Allegri, a proposito del rivale, alla trasmissione le “Iene” disse: “Ripete sempre le stesse cose, dietro quell'arroganza si nasconde l'insicurezza”. E Mourinho dopo aver battuto il livornese, con il Manchester, in Champions a Torino, si mise la mano all'orecchio e indicò il segno del Triplete.
Eppure i due si somigliano molto. Tatticamente non hanno soverchie ambizioni: poco interessa dominare il gioco. Privilegiano la difesa. Sono dei pragmatici, che mirano al risultato. Hanno il carisma di chi vuole essere autorevole e non autoritario. Catalizzano le polemiche: fanno da specchio. Proteggono i giocatori, ma li vogliono sempre pronti a dare il massimo. Sono condottieri che si aspettano di essere seguiti, sempre e ovunque.
Spiega Fabio Capello: “Mourinho e Allegri fanno il vino con l'uva che hanno, e di solito è un vino molto buono”.
Ma hanno anche delle differenze. Il portoghese parla in maniera forbita, esprime concetti talvolta forti, talvolta sottili con arguzia. E rischia, quando è alle strette non teme di ribaltare la situazione. Allegri rimane se stesso anche nei momenti di maggiore difficoltà: non crede nella mossa della disperazione.
Vecchi? Superati? Lo dirà il campo. Certo hanno una grande passione. Mostrano un attaccamento a un mondo che sentono e vivono come proprio.
Attenzione alle vicende del terreno verde. Ma se la partita non filerà liscia, beh allora il dopo gara sarà imperdibile. Il tempo passa, ma Mou non smette di sentire il rumore dei nemici.