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Matt, Irving, il challenge e quel sorpasso che in passato...
Il derby vinto dall'Ambrì nasconde alcuni retroscena interessanti
Pubblicato il 16.10.2021 09:58
di L.S.
Ha vinto l’Ambrì e alla fine è giusto così.
La squadra di Cereda ha voluto di più il derby e dopo otto sconfitte consecutive ha saputo interrompere la maledizione.
Non è stata una bella partita, inutile negarlo: la sensazione è che le due squadre avessero una paura fottuta di perdere.
I biancoblù per non aggiungere ulteriore imbarazzo alla striscia negativa, il Lugano per non farsi sorpassare. Cosa che è avvenuta: oltretutto con una partita in più.
Nelle fila bianconere buon debutto in un derby del nuovo portiere Irving, che a parte lo sfortunato episodio del 2-1, ha saputo tenere a galla un Lugano davvero poco ispirato e a corto di idee.
Dall’altra parte menzione speciale per l’imperiale capitan Fora, e non solo per l’azione caparbia che ha portato al gol della vittoria, e per il resuscitato D’Agostini. Che sembrava lontanissimo dal poter tornare sul ghiaccio e invece ieri ha giocato come se in quest’ultimo anno l’avesse sempre fatto. Classe e personalità al servizio della squadra. Sarà stato aiutato anche dall’adrenalina, come dice Cereda, ma i “numeri” di questo ormai 35.enne (li compirà tra una settiman) li hanno in pochi.
Era un derby delicato anche per la “storia” che portava con sé.
L’ultima volta che l’Ambrì perse 10 partite di fila si arrivò al licenziamento di Aeschlimann e Constantine. Le due volte in cui invece l’Ambrì fu davanti ai bianconeri dopo il primo turno, a pagare furono prima Fischer e poi Kapanen.
Ovviamente non succederà nulla a McSorley, che gode di una fiducia smisurata della dirigenza e che può aggrapparsi alle giustificazioni di alcune assenze pesanti.
Per il momento tutto sembra tranquillo in casa Lugano, ma è ovvio che già stasera contro il Davos bisognerà vedere una reazione.
Poi lunedì dovrebbe arrivare il nuovo attaccante straniero: si è aspettato tanto perché non lo si voleva sbagliare. Ci si aspetta che arrivi e faccia la differenza.
Ultima annotazione, o meglio curiosità, sul coaches challenge chiesto ieri sera da McSorley dopo il gol dell’2-1. Possibile che nessuno gli abbia detto che il gol era valido (ci sono 30 secondi di tempo per farlo) e che sarebbe stato inutile rischiare la chiamata? Di fatto con questo errore di valutazione si è chiuso il derby.
(Nella foto Putzu, McSorley durante il derby perso ieri sera)