Arbitrare non è facile, comprendere le regole, che sono
sempre in evoluzione, nemmeno.
Con Luca Gut, responsabile degli arbitri di Prima Lega e
membro della Commissione arbitri della Federazione Svizzera di Calcio (ASF),
siamo tornati su alcuni episodi capitati negli ultimi giorni in Svizzera e in
Italia, per capire meglio quelle regole che sono di difficile interpretazione
per chi non è del mestiere.
Partiamo da Young Boys-Lucerna e il gol annullato ai
bernesi per un tocco di un avversario che ha rimesso in gioco l’attaccante
giallonero.
“Sul campo questo tocco non è facile da vedere, né per l’arbitro
né per l’assistente. Ovviamente la rete sarebbe stata da convalidare in quanto
il giocatore del Lucerna tocca il pallone con l’intenzione di fare una giocata
e perciò la posizione del giocatore dello Young Boys non è di fuorigioco. È irrilevante
la direzione in cui va il pallone, l’importante è la volontà di giocare il
pallone del difensore”.
Com’è possibile però che il VAR non l’abbia visto?
“L’unica spiegazione è che si siano concentrati su un
possibile fallo da rigore o sull’eventuale fuorigioco. Ovviamente si tratta di
un errore difficile da spiegare”.
In San Gallo-Servette invece i padroni di casa segnano in
zona Cesarini il gol del 2-1, ma l’azione sembra viziata da un fallo. Il VAR
richiama l’arbitro (il ticinese Luca Piccolo) che dopo aver rivisto al monitor
l’azione convalida comunque la rete. Cosa ne pensa?
“Diciamo che dalla prospettiva dell’arbitro in campo il
fallo sembrava meno evidente. Credo che l’arbitro abbia in un primo tempo
ritenuto che il giocatore del Servette sia entrato in maniera troppo molle nel
contrasto. Poi è stato richiamato dal VAR ma non ha cambiato idea. Secondo noi
il fallo c’era ma ovviamente l’errore è meno evidente e grave rispetto a ciò
che è capitato a Berna. Questo è anche un esempio in cui l’intervento del VAR,
in una dinamica forse non evidentissima, può creare qualche problema in più”.
In Italia in Lazio-Inter si è assistito a una piccola
bagarre per l’annoso problema del pallone che a volte viene gettato fuori e
altre volte invece no, quando c’è un giocatore a terra.
“Non mi esprimo sull’episodio specifico in quanto non è
di mia competenza ma ricordo semplicemente la regola: è l’arbitro che deve
valutare la gravità dell’infortunio. Ovviamente se c’è uno scontro con la testa
si deve interrompere subito la partita. Un giocatore che sta a terra non è però
sempre sinonimo di infortunio grave e l’arbitro può decidere di far proseguire
il gioco. L’introduzione di questa regola è stata pensata proprio per evitare
malintesi tra giocatori”.
In Juve-Roma invece ci sono due situazioni interessanti.
La prima domanda riguarda la norma del vantaggio quando c’è un calcio di rigore. Quando
accordarlo?
“Il rigore è già di per sé la massima punizione e dunque l’arbitro
nel dubbio di un vantaggio che non si possa concretizzare, lo fischia sempre.
Esiste poi una regola non scritta nel mondo arbitrale che è quella del “fischio
ritardato”. Quando si è in prossimità della porta teoricamente si può attendere
un paio di secondi prima di fischiare il rigore. Col senno di poi è sempre
facile valutare queste situazioni che invece sul campo richiedono prontezza e
decisione”.
Sulla stessa azione la Roma segna, ma come detto il gol
viene annullato poiché è stato fischiato prima il rigore. Nella dinamica del fallo
da rigore, un giocatore della Roma cadendo tocca il pallone con una mano, che
arriva al compagno e segna. Sarebbe stato da convalidare o annullare il gol nel
caso non avesse fischiato prima il rigore?
“La regola è leggermente cambiata questa stagione. Fosse
successo l’anno scorso che un giocatore qualsiasi toccava la palla con la mano (in
maniera volontaria o fortuita non c’era differenza) e poi un compagno segnava,
la rete sarebbe stata annullata. Quest’anno invece no: la rete viene annullata
soltanto se il giocatore che tocca la palla con la mano realizza la rete”.
Ringraziando Luca Gut per la preziosa consulenza, il men
che si possa dire è che il regolamento del calcio stia risultando tutt’altro
che facile da capire e interpretare per chi non è un addetto ai lavori.
E come abbiamo visto, a volte anche per loro.