Non è da questi particolari, caro Nino, come ti diceva tuo
padre. Ma erano altri tempi, oggi è anche da un calcio di rigore che si giudica
un giocatore. Una volta, ai tuoi tempi, si dava un rigore ogni mezzo campionato
e solo se si accoltellava qualcuno in area, mentre adesso i giocatori cadono
come foglie in autunno e la moda spettacolare con la quale si è vestito il
football impone calci di rigore come semi in un campo arato. Quindi, li tirano
tutti, anche nella stessa partita. Ma non tutti allo stesso modo, non tutti con
la medesima riuscita, non tutti con la stessa abilità.
Per dire cosa? Mi chiedi. Eh, per dire che se il rigore lo
batte Messi o Mbappé non è uguale. Questi due sono tra i giocatori più forti al
mondo: l’argentino lo è da vent’anni, il francese da quattro o cinque. Giocano
nella stessa squadra da qualche mese, per via delle strane traiettorie
pecuniarie che mandano l’ambiente in tilt, ma chi se ne frega, tanto i gettoni
sembrano non finire mai. Mbappé è l’erede mediatico e tecnico di Messi, due
dribblomani pingui di classe, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione.
Quindi capita che, per non “galleggiare” nel pollaio come
nei combattimenti messicani, si spartiscano gli onori, anche quello di tirare i
rigori. Contro il Lipsia, per la moda di cui sopra, al PSG gliene hanno dati
due. Il primo l’ha tirato Messi, il secondo Mbappé. E qui Nino, anticipo le tue
perplessità, verrà smentita la massima dei tuoi tempi andati: è proprio da
questi particolari che si giudica un giocatore.
Messi prende la rincorsa e di sinistro incucchiaia alla
Panenka, portiere fracassato a terra e rete che abbraccia la palla come in un
amplesso. Il secondo lo tira Mbappé, che prende una rincorsina con l’indolenza
ingannatrice di Eastwood, calcia, ma colpisce col manico della Colt e la palla
finisce nella Senna.
Quindi, questi due, oltre a far stravedere con le loro
giocate in perenne competizione, si contendono il titolo di migliori del
pianeta anche sui calci di rigore e tutti giudichiamo, oltre al coraggio e
all’altruismo con cui ti vestiva tuo padre per consolarti, che il più forte al
mondo è sempre Messi.