Calcio
Allegri, l'ippica e la resurrezione
Come Max ha rilanciato la Vecchia Signora: tra muri di Berlino e 1-0
Pubblicato il 21.10.2021 14:32
di Carlo Scolozzi
Allegri datti all'ippica, le partite non si vincono a corto muso. Pensavo così nella prima sua prima era, nella quale fungevo da oppositore del Mister toscano. Poi sono arrivati Sarri e Pirlo e me l'hanno fatto rimpiangere e dire che la versione 2.0 è ancora più brutta della prima, ma ultimamente si sta rivelando vincente. Ma riavvolgiamo il nastro.
Una Juve ancora mezza ronaldiana quasi affoga a Udine, poi cade allo Stadium con l'Empoli e infine si fa rimontare a Napoli. È il baratro, sul ciglio del quale sta seduto, cogitabondo come il pensatore di Rodin, il livornese. Il suo gioco lo si conosceva e lo si conosce, ma ora che non dà più frutti che si fa? Cacciare il Mister non si può, ha un contratto multimilionario e capestro e allora la genialata, la sua è la terra di "Amici miei", è quella di continuare sulla deficitaria via tracciata. 
Nove allenatori su dieci avrebbero optato per un disegno tattico più offensivo, Allegri no, non s'è rimangiato niente della sua filosofia catenacciara e l'ha anzi inasprita. Contro il Chelsea non ha schierato neppure una punta, trincerandosi dietro il modulo col "falso nueve". Da quell'1-0 è stato un crescendo rossiniano, pur in una pochezza spettacolare disarmante. Ma per divertirsi c'è il circo, direbbe lui, che quando è attaccato si rintana metaforicamente sotto il tendone di Barnum.
Dopo l'1-0 al Chelsea, quello al Torino, alla Roma e allo Zenit in una partita che poteva rappresentare la tipica trappola di Champions. Non è stato uno show, quello di San Pietroburgo, anzi ha dirottato il mio amico Angelo sul letto, ma la legna in cascina ormai diventa parecchia e domenica sera c'è l'Inter. Griffare un 1-0 anche a San Siro, con la concretezza terribilmente brutta del Conte Max di sordiana memoria, sugellerebbe la rimonta dopo l'avvio mostruosamente difficoltoso della Vecchia Signora. Quel bischero d'un Allegri, che da tifoso continua a non piacermi, mi fa annoiare ma vincere. Perché il suo muro di Berlino non lo scala più nessuno.