Tennis
In Australia chi non è vaccinato non gioca
Il campione serbo Djokovic verso la rinuncia
Pubblicato il 21.10.2021 11:48
di Angelo Lungo
Il tema vaccino sì, vaccino no irrompe anche nel tennis. Adesso è ufficiale chi vorrà partecipare agli Australian Open dovrà essere vaccinato. Lo conferma il premier dello Stato di Victoria Dan Andrews: “Al virus non importa quale sia la tua classifica o quanti Slam hai vinto”. Ha inoltre aggiunto che non ci saranno deroghe. Se fosse rilasciato un visto, chi entra nel paese dovrebbe comunque rimanere in quarantena per un paio di settimane.
Una nota di qualche settimana fa della WTA informava che più del 60% delle giocatrici è vaccinata. Numeri simili anche per l'ATP e quindi per gli uomini. I professionisti della racchetta non hanno scelta o si vaccinano o non scenderanno in campo.
La posizione che fa più discutere è quella del giocatore più forte al mondo: Novak Djokovic. Quando lui parla è difficile rimanere indifferenti. Sull'argomento specifico ha espresso, in passato, opinioni che lo hanno posto alla ribalta e sotto l'occhio del ciclone. La sua convinzione, attuale, è chiara a queste condizioni non difenderà il titolo. Era silenzioso dopo la cocente sconfitta subita a New York, forse la più amara della sua grandissima carriera. Intervistato dal giornale “Blic” ha ribadito che per il 2022 i suoi obiettivi rimangono i tornei del Grande Slam. La parte interessante è quella in cui spiega: “Non so se giocherò gli Australian Open. Vediamo cosa decidono come protocolli di sicurezza”. Ha continuato: “Vengono fatte speculazioni su cose che ho detto oltre un anno fa. Mi sembra che stiamo discriminando, troppa divisione tra vaccinati e non”. Non condivide di come si parli della pandemia. Alla domanda se è vaccinato o meno chiosa perentorio: “È una questione privata, secondo la legge si può perseguire chi pone la questione”. E rampogna i media: “Hanno generato panico e paura tra le persone, io non voglio partecipare a questo dibattito”.
Il tennis è uno degli sport più popolari al mondo. I campioni colpiscono l'immaginario collettivo. Quando parlano hanno disposizione un platea, in questo caso, mondiale. I temi che solleva Djokovic sono importanti e meriterebbero riflessioni approfondite. L'auspicio è che lui, di queste implicazioni, ne abbia consapevolezza, anche perché, si parla di sport, ma le questioni trattate sono delicate. Specie quando prevale il “fazionismo” a discapito del ragionamento.