CALCIO
I numeri condannano Allegri
Battuta dal Sassuolo la Juventus sembra in crisi, soprattutto di gioco e di identità
Pubblicato il 28.10.2021 14:18
di Angelo Lungo
L'opinionista Daniele Adani è poco incline alla diplomazia e analizzando la clamorosa sconfitta della Juve contro il Sassuolo è stato perentorio: “Il problema non è solo l'assenza di Ronaldo. Il campione aggiunge e risolve solo quando hai intrapreso un percorso nobile. La Juventus non ha la mentalità giusta”.
I numeri sono impietosi: meno 5 punti rispetto all'anno scorso (gestione Pirlo); meno 11 punti rispetto a due anni fa (gestione Sarri).
La crisi bianconera va analizzata secondo vari livelli e ha una data di inizio: quando fu acquistato Cristiano Ronaldo.
Il dominio in Italia era all'apogeo. Società solida, stadio di proprietà, rivali, specie le milanesi, poco competitive.
Si voleva il salto di qualità europeo: assaltare il fortino della Champions con il campionissimo.
I fatti sono noti: Marotta era contrario, riteneva l'operazione troppo onerosa. Prendendo il portoghese i piemontesi sono andati contro la loro storia: fatta di scelte avvedute; di giocatori formati, rivenduti e sostituiti. Una continuità economica e tecnica mai in discussione e razionale. Paradossalmente i problemi attuali sono figli di una gestione che era diventata “troppo di successo”. La dipartita di Marotta è stata grave e sottovalutata. E via all'acquisto di parametri zero e a cambi di allenatore. È cominciato ad andare in scena un canovaccio mai recitato. Da un punto di vista economico i conti non sono più tornati e tutto è andato di conseguenza. Dopo la scelta azzardata di Pirlo che doveva essere rivoluzionaria, ecco l'ingaggio di Allegri, triennale da 9 milioni netti 18 al lordo, un restauratore. La convinzione: l'allenatore può fare la differenza. E tale assunto è stato pure confermato dal fior fiore dei commentari: all'inizio della stagione tutti erano convinti che la Juve partiva da favorita. Tutti sicuri che il livornese fosse il vero valore aggiunto e che avesse addirittura rifiutato panchine blasonate come quella del Real Madrid. Ora il calcio è materia opinabile ed è giusto che sia così. Tuttavia alcuni sono fatti sono evidenti: la rosa è composta da buoni giocatori, alcuni forti, ma non c'è nessun fuoriclasse; Allegri è un conservatore, in questa fase serviva un costruttore; a livello societario c'è incertezza, è un periodo interlocutorio. D'altra parte non si può vincere sempre. E a Torino sanno come rialzarsi dopo le sconfitte.