Tema
Ah! Il fascino della coppa... Vallo a dire allo Young Boys
che: suvvia va’ che bellezza il Lugano che ti batte e il suo Cruus che
festeggia come in Campirasc dedicando il primo pensiero al suo vice Cao che non
è potuto esserci. Certo, roba da libro Cuore, ma Fassnacht avrebbe volentieri
mandato De Amicis al macero pur di schivare uno dei due pali contro i quali ha
sbattuto la faccia.
Vallo a dire al Bayern che da millenni fagocita tutta la
Germania come se i palloni fossero bretzel e che ieri sera si è strozzato con
un toast all’hawaiana, il clamoroso piatto tipico di Mönchengladbach, servito
dal cameriere Embolo autore di due delle cinque reti che hanno congestionato i
mastri della Bundesliga.
Vallo a dire al Basilea che maramaldeggia in Super League e
va a Ginevra in costume da carnevale, per sedurre la coppa e relativo fascino,
ma viene sbiottato dall’Etoile Carouge (Stella Carossa), squadra di promozione
che pochi giorni fa era stata presa a pallonate dal Bellinzona.
Vallo a dire al City di Guardiola, che sul fascino ha
imperniato l’esistenza e che schifando altezzoso la volgarità dei rigori si è
fatto martellare a Londra da quei galantuomini del West Ham.
Corollario
Ma qui, però, comincia un altro tipo di fascino, un’altra
rivalità. Ham significa prosciutto, prodotto internazionale con infinite
variazioni e concetti, con culture che si fanno la guerra da secoli per
definire la supremazia tra, mettiamo, il San Daniele e il Pata Negra. Una
rivalità altolocata che finisce per offuscare il fascino della proletaria
coppa. Ma Ham è l’anello di congiunzione, il demone della vendetta: il
prosciutto che vira sulla coppa. Che da noi è la bondiola e ora che ci penso
sarà meglio metterla in salamoia e averla pronta per il Gozzoviglia 2022,
torneo a eliminazione diretta di grande fascino.
(Nella foto Putzu, l'esultanza di Mattia Croci-Torti)