La perla del Cris
Curva, brividi e ricordi che vengono da lontano
Nella vecchia Valascia ho ancora il ricordo dei grandi stranieri che facevano magìe: e adesso?
Pubblicato il 29.10.2021 06:57
di Cristiano Perli
Da questo avvio di stagione un tifoso biancoblù ha poco da lamentarsi: la nuova pista è a dir poco fantastica, la squadra mantiene una velocità di crociera più che lusinghiera di 1.5 punti a partita, il bel gioco si vede, così come l’impegno. Difficile chiedere di più.
Eppure c’è qualcosa che mi manca, una nostalgia che mi attanaglia il cuore.
No, non è la vecchia Valascia, che resterà per sempre nell’album dei ricordi più belli. Quando arrivavo in curva, sempre con il fiatone per non perdermi l’ingaggio d’inizio e con il freddo che mi era già entrato nelle ossa, lo spettacolo era immenso.
Certo, non sempre la visuale era perfetta, ogni tanto mi incastravo in qualche controllo ai tornelli o ero costretto a vedermi il primo tempo dall'Adriana, ma  la partita era un’esperienza di vita che non avrei scambiato per nessuna cosa al mondo.
Ma non è questo il punto.
Da quella curva ho avuto spesso il privilegio di ammirare dei giocatori venuti da lontano che sapevano accendere la fantasia, mia e dei miei compagni di tifo.
Quando entravano loro in pista il ghiaccio si faceva bollente, capivi che stava succedendo qualcosa, che il momento poteva diventare memorabile.
Tridenti da favola che ti sbloccavano le partite: come non ricordare quel 2 a 1 contro l’allora corazzata Berna con Trudel, Domenichelli, Toms? Giusto per buttare là tre nomi né troppo impolverati, né troppo recenti.
A inizio stagione sono tornato a sognare. Anzi mi sono esposto con un “Bene,siamo a posto”. Ero convinto che avevamo trovato i cecchini che cercavano, quelli di cui l’Ambrì ha da sempre bisogno.
Purtroppo è stato un fuoco di paglia spentosi subito e adesso sono qui a chiedermi, prima di ogni partita, “chi segnerà stasera”?
Zugo e Ajoie questo weekend: una partita difficile e una che bisogna vincere a tutti i costi.
Al di là del risultato, sogno un risveglio dei nostri “imported players”?
Perché fantasticando un po’ mi chiedo: ma se la linea degli stranieri dovesse iniziare a ingranare, dove potrebbe arrivare questo Ambrì?
La mente torna alla vecchia Valascia, così come i brividi. Ma non di freddo.