Calcio
Messo sotto contratto un bambino di 4 anni
Lo ha fatto l'Arsenal con Zayn Ali Salman
Pubblicato il 30.10.2021 12:52
di Silvano Pulga
Premessa: il calcio è un gioco. Intendiamoci: è anche qualcosa che ha il grande pregio di essere aggregante, forse perché semplice da capire (perlomeno nei suoi fondamenti: 11 contro 11, un campo con due porte, un pallone da colpire coi piedi, vince che deposita più volte il citato pallone nella porta avversaria), forse per un'abile operazione di marketing che dura ormai da più di un secolo, più probabilmente per tanti fattori. Tuttavia, è indubbio che si tratti di un fenomeno sportivo mondiale che, tra l'altro, muove ormai, su scala planetaria, miliardi di dollari. Però, il calcio resta soprattutto un gioco e, personalmente, non abbiamo mai conosciuto nessuno che, in vita sua, non abbia mai preso a calci un pallone. Certo: persone mai andate allo stadio ce ne sono parecchie, ma tutti (maschi o femmine che fossero) coloro con i quali abbiamo avuto a che fare avevano visto, in vita loro, una partita, almeno in televisione. Anche solo per decidere che non erano interessati, ovviamente: e, chissà perché, da piccoli, ci veniva detto di diffidare di queste persone. Il preambolo è necessario per commentare la notizia apparsa in questi giorni, vale a dire che l'Arsenal, squadra che non ha bisogno di presentazioni, ha messo sotto contratto un bambino di 4 anni, Zayn Ali Salman. A quanto sembra, il bambino apparirebbe straordinariamente dotato per la sua età anche se (nonostante possa apparire superfluo dirlo...), naturalmente, bisognerà aspettare diverso tempo per capire se davvero potrà diventare, un domani, un fuoriclasse. A noi viene naturale pensare che, in diverse parti del mondo, in questo momento, ci siano bambini della stessa età sconosciuti che diventeranno dei grandi campioni: è successo in ogni generazione, e non si vede per quale motivo non dovrebbe accadere per questa. Probabilmente, però, si stanno godendo l'infanzia come dovrebbe essere, vale a dire alla scuola dell'infanzia o ai primissimi anni di quella vera, con i cartoni animati, le costruzioni e, perché no, un pallone che, pian piano, diventerà sempre di più l'oggetto del desiderio.Intendiamoci: la storia è piena di talenti precoci, in tutti i campi. Nelle biografie di tutti i grandi campioni di tutte le discipline troviamo dei chiari segnali di ciò che sarebbero diventati in età giovanile, e saperli individuare in anticipo, ovviamente, potrebbe fare la differenza, in un mondo dove il fattore economico ha la sua importanza. Leggendo in rete, sembra che questo bambino riesca davvero a fare già ora, con la palla, cose che, normalmente, fanno quelli più grandi di lui. Ci sono osservatori dei Gunners che gliele hanno viste fare e ripetere. Può darsi che si sia davvero davanti a un talentino in erba in grado, tra qualche lustro, di farci vedere cose incredibili. Però, c'è (o ci dovrebbe essere, perlomeno) un limite.Tante volte abbiamo visto pubblicità che ci invitavano a riflettere sullo sfruttamento dei bambini in ambito lavorativo o, peggio ancora, per fare la guerra o altro. I piccoli devono poter giocare, e andare a scuola. Il football, a quell'età, deve essere, appunto, solo un gioco. Ben vengano le accademie, le scuole calcio, ma tutto deve affiancare le attività normali, non sovrapporsi a esse. I bambini facciano i bambini, senza contratti. In Svezia, per esempio (e non solo), nelle categorie dei più giovani non esistono classifiche: si gioca e basta. Perché, all'inizio, il calcio deve trasmettere gioia e i valori universali di amicizia, rispetto dell'avversario, filosofia del lavoro e dell'importanza del gruppo, della lealtà: tutti principi che dovranno guidare la vita dei ragazzi, anche se non diventeranno mai dei professionisti. Più avanti, ci saranno coloro che dimostreranno di avere un talento superiore, e per i quali si apriranno le porte del grande calcio, magari: è il legittimo sogno anche di chi fa formazione scoprire e coltivare talenti. Però, lasciamo fare ai bambini i bambini, e fermiamo questa deriva che rischia di avere anche conseguenze pesanti. Perché nessuno può dire se Zayn Ali Salman sarà il Ronaldo del 2035. Ma farglielo credere, oggi, è sbagliato: perché, se non lo dovesse diventare, se non avrà più valore economico, probabilmente non troverà nessuno in grado di accompagnarlo, con il giusto tatto, verso una vita normale. E, invece, questo bambino ha il diritto di crescere come gli altri, e di giocarsi le sue possibilità. Ma quando sarà il momento: perché per lui, a 5 anni, il calcio ormai non è più un gioco. E tutto questo non è giusto.