Serie A
Pioli vuole essere "special"
Roma-Milan promette spettacolo: protagonisti i due allenatori
Pubblicato il 31.10.2021 08:38
di Angelo Lungo
Scrive Osvaldo Soriano: “Forse si ha la tendenza a esagerare l'importanza dei tecnici. Servono a scegliere i giocatori, a fonderli in una strategia di gioco che sia la stessa per tutti, a dare coraggio. Ma niente di più”.
Lo scrittore si riferiva a un calcio legato alla giocata risolutiva del campione.
Il tecnico del terzo millennio è molto di più.
Il mister ora deve essere carismatico, ora romantico, ora cinico. Ha il compito di assemblare, creare un'alchimia: dei singoli devono diventare squadra. Deve avere carattere, confrontarsi con dei ragazzi milionari e che hanno diverse provenienze. Deve gestire giovani che nell'immaginario collettivo sono delle icone e diventano all'improvviso famosi. In fondo tutti gli allenatori sono preparati tatticamente, la differenza la fa chi è capace di essere psicologo, motivatore e stratega.
Roma-Milan è anche Mourinho contro Pioli. Due stili differenti che si scontrano: essere speciali versus essere normali. La sfida tra i due sarà inedita: due stregoni che si affronteranno nella notte di Halloween. Sono loro l'emblema delle formazioni che dirigono. Un punto in comune ce l'hanno: entrambi hanno allenato l'Inter.
Il portoghese ha conquistato quasi tutto. Nonostante l'età se vince corre sotto la curva per esultare con i suoi uomini. Si inginocchia per osservare la partita. Ha vinto non perché aveva i calciatori più forti, ma perché convince i suoi che lo sono. È un istrionico, un astuto, uno straordinario comunicatore. Conduce, dirige. Procede per certezze e senza tentennare. Roma lo ha scelto per questo, per addomesticare un ambiente umorale e discontinuo, che vive di una passione che sconfina nelle pulsioni.
Pioli è arrivato sulla panchina rossonera quasi per caso. Il prescelto era Spalletti, ma l'accordo non fu trovato. Quello che doveva essere un traghettatore: è il vero artefice del miracolo Milan. Giocatori migliorati, livello di gioco elevato. E per la stagione in corso grandi ambizioni. Non è plateale, ma è efficace. Sembra incedere e non dominare, ma solo in apparenza. È schietto, non trascende e ha ammesso che da quando c'è Ibrahimovic entra anche meno negli spogliatoi.
La lepre è Pioli. Mourinho insegue: vuole rimanere agganciato a un sogno.