Premier League
Un “Conte” a Londra
Il tecnico italiano, dopo l'esperienza con l'Inter, torna ad allenare
Pubblicato il 03.11.2021 08:22
di Angelo Lungo
Parafrasando una canzone di Ornella Vanoni: Costano gli allenatori costano, più dei motori, dei gioielli e delle lacrime. Tutto scorre veloce nel mondo del pallone, il tempo viaggia celere: l'attesa non è concessa E il famoso progetto diventa una categoria vuota. Quando i risultati non arrivano urge aggiustare e a farne le spese è il mister. Scatta implacabile l'esonero.
Il patron del Chelsea Roman Abramovic, in circa 15 anni, ha pagato quasi 130 milioni di euro in compensazioni e risarcimenti per tecnici licenziati.
Nessuna sorpresa quindi alla notizia che il potoghese Nuno Spirito Santo è stato sollevato dal suo incarico da parte del Tottenham.
Si potrà consolare con una ricca buonuscita: pronto per lui un assegno da 16 milioni.
A fare scalpore è il nome del sostituto: Antonio Conte. L'ispiratore sembra sia stato il nuovo direttore sportivo dei londinesi: Fabio Paratici. L'italiano dopo i successi conseguiti a Torino: operazione Ronaldo e assemblamento dell'attuale rosa dei bianconeri, quest'estate è riuscito ad approdare in Inghilterra.
Il salentino sembra che, nei mesi trascorsi, avesse rifiutato la proposta. Dandosi, inoltre, la regola di non accettare di guidare formazioni a stagione in corsa. Ma si può sempre cambiare idea, specie davanti a un'offerta economica allettante: si parla di un ingaggio sui 18 milioni di euro. Il leccese si era separato dall'Inter in maniera civile, i prodighi e munifici dirigenti nerazzurri, nonostante la rescissione consensuale, gli avevano riconosciuto un “premio” di 7,5 milioni di euro. È innegabile: Conte è un ottimo tecnico. È un costruttore. Migliora i suoi giocatori. Entra nella testa dei suoi uomini. Vive di certezze. Si muove come un condottiero. Un motivatore concentrato con grande professionalità sul suo lavoro. E tuttavia la sua passione lo fa diventare una preda dei suoi umori, che diventano tormenti. Non avendo mezze misure si accende e si spegne. Un metodo vincente che dura poco e non trova continuità. Questa nuova esperienza rappresenta, per lui, una grande sfida: è chiamato a impostare un nuovo progetto e a tentare di resistere per qualche anno sulla stessa panchina.
Altrimenti rimarrà nel limbo, alla ricerca di una grandezza mai del tutto raggiunta: tipico degli egotisti