Calcio italiano
Mou affonda, il Milan ci crede
Mentre il portoghese crolla, i rossoneri pongono una seria candidatura per il titolo
Pubblicato il 08.11.2021 11:25
di Angelo Lungo
La Roma affonda in Laguna. Mourinho si scatena. Conferma se stesso: scarica la squadra; critica la società; attacca gli arbitri. Lo schema è già noto: trovare il capro espiatorio. E tuttavia le cose cambiano e anche i tempi: quella del portoghese appare una commedia mal riuscita. È stato chiaro e perentorio: ritiene la sua formazione, attuale, inferiore a quella dell'anno scorso. Inutile sottolineare che è l'allenatore più pagato della Serie A, non gli si chiedeva di vincere lo scudetto, ma la pochezza dei giallorossi è disarmante. Sul piano tattico con, l'esordiente, Paolo Zanetti non c'è stata partita. La Roma è parsa una compagine formata da 11 giocatori, il Venezia aveva un'idea di gioco e l'ha seguita sino alla fine. Lo Special One è stato ingaggiato per dare stabilità a un ambiente riottoso e discontinuo. Etichettato come il vero fuoriclasse, che avrebbe fatto la differenza. Ma il calcio è semplice nello svolgimento sul campo, complesso nella sua gestione complessiva. Per poter funzionare il giocattolo ha bisogno che si crei un'alchimia tra società, allenatore e giocatori.
Il derby di Milano lo ha vinto il Milan. I rossoneri possono giustamente esultare per il pareggio. Distacco invariato e tanti saluti, per il momento, alle velleità di rimonta dei nerazzurri. Passano le giornate e il campo comincia a confermare le impressioni di settembre. L'Inter sembra un'incompiuta, la si aspetta come Godot: che alla fine non arriverà mai. Non riesce a chiudere le partite e soprattutto non ha ancora vinto un scontro diretto, va in vantaggio ma viene puntualmente rimontata. L'emblema è Lautaro Martinez, è ritenuto un potenziale campione, tutti si aspettano una definitiva consacrazione ma sembra vivere bene nel limbo del vorrei ma non posso o non voglio. Spetta a Inzaghi dare la svolta sul piano caratteriale.
Al Milan funziona tutto. Riesce a seguire con acume le orme lasciate del destino. Ma sarebbe riduttivo attribuire solo a episodi il primato. Gli uomini di Pioli, lottano, ci credono e giocano. Sono consapevoli che può essere l'anno giusto. L'incognita è l'attacco: il duo Ibrahimovic-Giroud ha evidenti limiti d'età. Converrebbe arrivare quarti nel girone Champions e concentrarsi solo sul Campionato, preparando le gare con una settimana di allenamenti nelle gambe. E il resto si vedrà.