Il luganologo
Ora bisogna cambiare marcia: McSorley in primis
Dal Lugano mi aspetto molto di più: soprattutto dal suo allenatore
Pubblicato il 10.11.2021 19:38
di Doriano Baserga
Inutile negarlo: anche chi segue il Lugano come me da una vita fatica a digerire l’attuale 10. posto in classifica.
Il motivo? Perché questo roster vale di più. Molto di più.
E allora ci si chiede: perché questa squadra non ingrana? E perché un allenatore di grido come Chris McSorley non è ancora riuscito a dare una propria identità alla squadra?
Una cosa è certa: non bastano gli infortuni, certamente penalizzanti, per giustificare il modestissimo piazzamento.
Adesso però il tempo sta per scadere: dopo la pausa della Nazionale il Lugano dovrà tornare a vincere e convincere.
Il tempo della pazienza sta per esaurirsi.
Bisogna rialzarsi al più presto dal fondo classifica e andare a cercare quel sesto posto che resta il primo obiettivo stagionale. Il secondo… vabbè vedremo.
Per farlo, il Lugano avrà bisogno del miglior McSorley. Ho seguito parecchio l’allenatore durante le partite e solo in rare occasioni, ad esempio nei derby, ho rivisto il condottiero indemoniato di Ginevra. Nella maggior parte degli incontri Chris è parso tranquillo, pacato, sin troppo rilassato con i suoi giocatori e con gli arbitri.
Io vorrei rivedere il Chris di Ginevra, quello che mandava su tutte le furie avversari, arbitri e spettatori, destabilizzando le partite a suo favore. Quel Chris può ancora fare la differenza e incentivare i giocatori a dare sempre il massimo. Non che finora non l’abbiano fatto, ma forse hanno bisogno di una spintarella in più, di un ulteriore sprone. Che un uomo come McSorley può dare.
Vorrei rivedere un allenatore assatanato e dei giocatori che sappiano onorare la maglia gloriosa del Lugano. Un gruppo che ritrovi gli attributi per farsi rispettare davanti ai propri tifosi, che malgrado il difficile momento hanno comunque speso parecchi soldi per assistere alle partite alla Corner Arena.
In attesa degli stranieri, che dovrebbero fare la differenza ma ancora non la fanno, mi godo gente come Morini, Fazzini o Nodari (1 gol ma 8 assist), oppure l’ex capitano Chiesa (tanto criticato ma con un più 7, e 24 partite giocate) che in questo momento sono l’esempio di come ci si debba comportare sul ghiaccio.
Ma per tornare a vincere, bisogna innanzitutto tornare a giocare da vera squadra, partendo dalla difesa.
Come diceva il buon John Slettvoll “la difesa è il miglior attacco. Se non prendiamo gol, uno lo facciamo sempre prima della fine”.
Ricordatevi del mitico John. Uno che qualcosa ha vinto.
(foto Putzu)