CALCIO: RIFLESSIONI DOPO SION-LUGANO
Nel calcio bisogna essere "cattivi"
Buona gara dei bianconeri che però pungono poco davanti al gol
Pubblicato il 18.01.2021 08:44
di Silvano Pulga
Da Sion, si torna con sensazioni contrastanti.
Un punto guadagnato: perché quando trovi lo spiraglio giusto con una seconda palla in mischia, a pochi istanti dallo scadere, per quanto potesse essere ingiusto perdere, hai colto un risultato ormai insperato.
Due punti persi: perché la superiorità espressa soprattutto a livello di valori individuali va concretizzata con i gol. E, ieri, il Sion ha dimostrato di poter colpire quasi esclusivamente su palle ferme: fosse passato in svantaggio nella prima frazione, con l'inerzia tattica della partita cambiata, difficilmente sarebbe stato in grado di recuperare.
Un buon Lugano, quindi. Soprattutto nella prima frazione, i ticinesi hanno dimostrato di saper disinnescare ogni trama offensiva avversaria, e di essere in grado di far male ogni volta che si affacciavano nei sedici metri avversari.
È mancata la cattiveria sottoporta, come sottolineato anche da Jacobacci negli spogliatoi. Vedremo, a questo punto, se l'arrivo di Abubakar darà una svolta.
In definitiva, un buon Lugano: ma ora bisogna diventare cattivi. Perché, nella vita, i buoni potranno aspirare a raggiungere, un giorno, il Paradiso. Ma nel calcio, al contrario, il Paradiso lo raggiungi diventando cattivo nei sedici metri avversari. E mercoledì, a Cornaredo, arriverà uno Young Boys che il posto in Paradiso ce l'ha già. Ed è pieno di diavoli, in tutte le zone del campo.