HOCKEY
Ticinesi in fuga o "scacciati"
Le partenze di Fora e Bertaggia verso altri lidi: scelte che fanno riflettere...
Pubblicato il 04.12.2021 10:35
di Giorgio Genetelli
Ma sì dai, andiamo via tutti, Fora, Bertaggia, magari anche Genuizzi e Fontana. Su, facciamo una bella pista nuova che attrarrà mezzo mondo; annunciamo di tornare a vincere come un secolo fa. Siamo a posto. O no?
Il Cuore, l’Orgoglio, la Passione, i Colori, la Bandiera: tutte cose da campagna elettorale, dove si sa che il tifoso è anche elettore e se le beve tutte con una mano sul cuore e l’altra sul portamonete. Dopo, a vedom.
Infatti si vede: il capitano dell’Ambrì andrà a Davos e il simbolo genealogico del Lugano a Ginevra. Nuove sfide certo, come le migliaia di giovani ticinesi che vanno a lavorare oltre il Gottardo perché il lavoro c’è e le paghe sono giuste, non solo per mettersi alla prova.
L’Ambrì offre contratti a stranieri che segnano due volte l’anno e non riesce a trattenere Michael Fora, capitano, giocatore vero e leader; il Lugano non rinnova a Alessio Bertaggia e tiene in rosa elementi che non gli legherebbero i pattini. Perché la realtà è questa: da un lato le ambizioni personali, dall’altra la calcolatrice della dirigenza.
Ai tifosi si chiede di spremersi in tutti i modi, ma ai dirigenti? Oh, diranno: ma loro hanno un gran lavoro, una enorme responsabilità sulle spalle.
Non me la sento proprio di criticare le scelte di Fora e Bertaggia, hanno semplicemente capito che da altre parti si è più rispettati e si lavora meglio.
Intanto noi restiamo qua, a tifare e a rimpiangere. Come me, che ho cominciato ad andare alla Valascia negli anni Sessanta (non c’era nessuno di quelli che comandano adesso), ma che in questo momento mi sento di abbracciare anche i rivali bianconeri. Siamo tutti uniti in questo destino di irrilevanza.
(foto Putzu)