CALCIO
Sostiene Varela
A Lugano incontro l'ex calciatore (ora opinionista) e Daprelà e parliamo di... calcio
Pubblicato il 06.12.2021 09:31
di Giorgio Genetelli
Ormai il confine non lo si scavalca nemmeno più, ci si passa sotto in un budello buio e la montagna più alta del mondo scompare nei meandri della storia, incenerita dal progresso. In un bof, da Camorino si spunta a Vezia e allora tanto vale arrendersi e godersi la giornata luganese. C’è un sole brillante e alcuni appassionati dicono che è roba loro e che lo dispensano alle altre regioni di provincia con magnanimità, ormai si sa, a Lugano si esagera sempre un po’. Lo stadio nuovo è già fatto, secondo alcuni, ma invece siamo ancora nel vecchio Cornaredo e i giocatori sembrano dispersi nel verde, oltre la pista di atletica.
Appollaiati come gufi che più in cima non si può, noi della stampa (cosa stampiamo? Boh). Di fianco a me, spalla a spalla, c’è Carlos Varela. A parte il nome patagonico alla Sepúlveda, già splendido di suo, porta in giro la sua passione per il calcio come opinionista tivù, competente e mai banale. Ma il bello è quando molla le cuffie, ne ha sempre una: mi piace questo arbitro, non interrompe il gioco per tutte le stronzate. “Questo arbitro” è Esther Staubli, alla sua seconda direzione in Super League dopo 15 anni di carriera e il giro del mondo come arbitro FIFA. Una donna, che invita gli uomini a non fare scena e a giocare.
Dopo che gli ho manifestato la mia ammirazione come calciatore (un rompiballe con la voglia di spaccare tutto, furbo, veloce, trascinatore, anarchico), Varela aggiunge che gente come noi (io nei minori, ovviamente) con le regole di oggi si farebbe cacciare dopo dieci minuti, ma che ogni squadra dovrebbe avere in campo un paio di selvaggi. “Ormai è tutto così addomesticato”. Eh, già. E poi aggiunge una cosa, quasi sottovoce: il Bellinzona di dieci anni fa era uno squadrone.
E qui ci siamo.
Il Lugano però gioca benino e strapazza il Sion.
Sul bus per la stazione incontro Fabio Daprelà, che va a Zurigo, a ganasom del match e prima di partire mi offre una birra al chiosco. Daprelà è un po’ un punto di collegamento tra il calcio selvatico di Carlos Varela e l’anestesia del Var. Mi dice che lui, Maric e Ziegler hanno fatto due conti e sono arrivati alla cifra complessiva della loro difesa a tre: 1500 partite da professionisti.
Per finire, allora, qualche pirata c’è ancora e quando attraverso il budello mi sento meglio.