Calcio
Messi e Lukaku, buongiorno tristezza
I due clamorosi trasferimenti estivi non incidono nelle loro nuove squadre
Pubblicato il 06.12.2021 11:42
di Angelo Lungo
Scrive Emil Cioran: “La gioia non ha argomenti; la tristezza ne ha tanti”. Così sembra essere il miglior calciatore del mondo: triste e malinconico. Nonostante l'ennesimo pallone d'oro, l'argentino nella sua nuova squadra non incide. Svestita la camiseta 10 blaugrana la magia del gioco pare svanita. Il dio denaro non ha consentito altrimenti: i disastrati conti del Barcellona hanno costretto il fuoriclasse ad abbandonare il posto ideale, quello che lo ha allevato, coccolato, reso unico e ricoperto d'oro. All'improvviso il mondo esterno è diventato ostile. Il dolore, in senso sportivo, di chi è costretto a lasciare la propria patria. Problemi esistenziali che non riguardano Ronaldo. Il portoghese, preda del proprio ego e dei suoi interessi, si sposta di continuo. Convinto di affermare stesso, comunque e ovunque. Alla ricerca di traguardi e imprese da compiere.
Lo stesso Ibrahimovic non teme di girovagare. Sono le squadre che si devono adattare a lui e non viceversa. Senza rancori o rimpianti, per lo svedese la fedeltà è un retaggio fallace.
Messi e Psg per il momento parlano il linguaggio dell'incomprensione, nessuna passione, nessun sentimento viscerale.
Lo spessore tecnico è diverso, ma un altro calciatore pare attanagliato dalla tristezza. Una tristezza dal valore di 115 milioni: quella di Lukaku. Il Chelsea lo ha voluto a tutti i costi e lui non ha esitato ad accettare la proposta dei londinesi. Una scelta dettata: da un'offerta economica allettante; dalla possibilità di militare in un club competitivo e ai massimi livelli. Ma l'attaccante belga ha perso il posto di titolare e l'Inter non lo ha rimpianto lo spazio di un mattino. I numeri sono impietosi: gol a grappoli con i nerazzurri, pochi con i blues. Protagonista assoluto a Milano, attore di secondo piano a Londra. All'improvviso il centravanti ha perso le sue certezze. Labile è il confine tra l'altare e la polvere.
Canta Lucio Dalla: “Ah felicità, su quale treno della notte viaggerai, lo so, che passerai, ma come sempre in fretta, non ti fermi”.
Ma le partite non finiscono mai e solo chi cade può risorgere.