CALCIO
Ambizione sì, ma non per forza rivoluzione
Da tre fino a sei nuovi acquisti a gennaio per il Lugano: lo ha detto Georg Heitz
Pubblicato il 07.12.2021 10:59
di L.S.
È arrivato da Chicago per vedere il Lugano e per pianificare il mercato invernale.
Georg Heitz, spalla di Joe Mansueto ma soprattutto mente del nuovo corso bianconero, ha detto cose importanti sul futuro del club.
Soprattutto per quanto riguarda il mercato, una frase su tutte ha avuto un effetto impattante: “A Natale faremo dai tre ai sei innesti”. Sì, fino a sei acquisti.
Sarà davvero così? Lo scopriremo nelle prossime settimane.
È chiaro che alla luce dei risultati della squadra e degli inserimenti ancora da completare dei vari Amoura, Belhadj e Yuri (Celar è già ben integrato), sei acquisti (se davvero dovessero essere sei) sembrano davvero tanti.
La domanda che ci si potrebbe porre è questa: ce n’è davvero bisogno?
È comprensibile che la nuova società voglia mettere in vetrina giovani di prospettiva per valorizzarli e poi rivenderli, ma è importante che in questa fase di transizione ci sia sempre e comunque una buona dose di equilibrio.
Con la squadra al terzo posto e nei quarti di finale di Coppa Svizzera, ma soprattutto con un gruppo che si trova a occhi chiusi dentro e fuori dal campo, effettuare una “mezza rivoluzione” potrebbe risultare alquanto azzardato.
Detto che la volontà dei nuovi dirigenti di rinforzare la squadra sia da vedere in un’ottica assolutamente positiva, d’altronde una società importante e facoltosa come questa ha voglia di imporre al più presto la sua filosofia, è anche vero che almeno nel primo anno sarebbe importante non alterare troppo quella stabilità che sta facendo (anche) la fortuna di Croci-Torti.
È evidente che questa rosa vada rimpolpata, soprattutto sugli esterni dove mancano almeno due terzini che possano dare il cambio a Lavanchy e Facchinetti, e sul fronte offensivo, per fornire al tecnico un’ulteriore variante.
Ma questa stagione, fortunatamente segnata finora da una salute di ferro dei giocatori (tocchiamo appunto… ferro), ha ribadito che il turnover è una parola a cui forse si attribuisce troppa importanza. Sabbatini, Lovric e Custodio stanno giocando su livello altissimi, senza un attimo di pausa, come d’altronde succede in grandi squadre di altri blasonati campionati.
Un caso? Forse no. Giocare assieme permette di acquisire quei meccanismi che col tempo diventano essenziali.
Il Lugano può disporre di una colonna vertebrale di assoluta affidabilità e se è giusto pensare al futuro, che come ha detto Heitz vuol essere molto ambizioso, è anche giusto preservare almeno per questa stagione quel tesoretto di esperienza che questa squadra può regalare.
Sarà interessante vedere se poi ci sarà, come paventato sempre da Heitz, qualcuno che farà il viaggio Lugano-Chicago: soltanto dietro l’accettazione del trasferimento, che naturalmente non sarà obbligatorio.
Insomma, le strategie della nuova società, che ha voglia di incidere al più presto sul club (e non solo per quanto riguarda l’arrivo di giocatori), ci regaleranno ancora colpi di scena.
In attesa del nuovo stadio e di qualche spettatore in più che abbia voglia di vedere questa bella squadra. Ma questo è un altro (doloroso) capitolo.
(Georg Heitz nella foto Putzu)