Calcio
"Lugano, è l'occasione buona"
Il doppio ex Daniele Russo gioca in anteprima la gara tra il San Gallo e la squadra di Croci-Torti e parla un po' di tutto
Pubblicato il 09.12.2021 16:20
di Carlo Scolozzi
È il doppio ex della partita di sabato tra San Gallo e Lugano, ma anche un personaggio dalle mille sfaccettature. Per questo motivo, nell'intervista che ci ha rilasciato, Daniele Russo ha parlato un po' di tutto.
Cominciamo dal Paradiso, che fa faville e ha chiuso secondo in Prima Classic, alle spalle del Baden.
"La classifica parla a nostro favore. È il frutto di un cammino in crescendo, dopo un inizio in cui mancava ancora l'amalgama. Peccato per la pausa invernale, ultimamente eravamo davvero in formissima".
Avete rischiato di perdere per strada Mister Cocimano.
"Sono dinamiche societarie, noi non abbiamo mai avuto problemi con lui. Probabilmente ai dirigenti non è andata giù l'eliminazione dal prossimo tabellone di Coppa Svizzera ad opera del Linth. Ci eravamo abituati troppo bene in questa edizione. Comunque è stato solo un piccolo campanello d'allarme, che si è spento subito".
Che presidente è Caggiano?
"Molto focoso e ambizioso, si fa prendere dalle partite, soprattutto quelle casalinghe, anche se ci ha seguito pure in trasferta. In ogni caso non interferisce col nostro lavoro".
Dal Paradiso a San Gallo-Lugano, adesso.
"Premetto che in casa sangallese, dei miei tempi, è rimasto solo l'ex Chiasso Lüchinger e lo staff medico. Per il resto è tutto diverso. Nel Lugano conosco bene il Crus".
Il gioco offensivo di Zeidler non sta pagando stavolta.
"Le cose cambiano in fretta, se pensiamo che due stagioni fa lottavano per il titolo di campione svizzero. Hanno perso giocatori importanti e stanno puntando sui giovani, ma i risultati non arrivano. Per il Lugano questa potrebbe essere una buona occasione".
Giocare su quel campo, comunque, è dura.
"Non è detto. Il pubblico sa dare una spinta micidiale quando va tutto bene, altrimenti può condizionare negativamente la squadra. È insomma una piazza umorale. Se il Lugano partirà bene non dovrà aver paura degli spettatori di casa. Anzi, i bianconeri hanno talmente tanti elementi di esperienza che sono abituati a confrontarsi con stadi anche più caldi. Penso a quelli di Berna e Basilea".
Parliamo del Crus.
"Ci ho giocato assieme a Chiasso, per tre campionati. Ma lo conosco da una quindicina d'anni e col tempo è nata proprio un'amicizia che va oltre il rettangolo di gioco. Abbiamo un buonissimo rapporto e parliamo molto di calcio, adesso un po' meno. Sono molto felice vedendo dov'è arrivato. Sta conseguendo ottimi risultati e rappresenta una piacevolissima sorpresa". 
A cosa può ambire il suo Lugano?
"All'Europa, i discorsi per la salvezza mi sembrano ormai già chiusi per i bianconeri. Europa che è più raggiungibile con la Coppa Svizzera, competizione nella quale giochi solo sei partite e non trentasei".
Lei giostra in difesa, come Maric. Per voi si prospettano carriere longeve.
"A proposito di Mijat, all'epoca eravamo la coppia del Lugano U17. Sul discorso dell'età, ho 36 anni e arrivati a questo punto è il fisico che decide. Finché i dolorini saranno sopportabili, si compensa con la passione, poi giungerà anche il momento di appendere gli scarpini al chiodo".
Russo, che vuole fare da grande?
"Mi vedo ancora nel mondo del calcio, dove vivo da quando ho 9 anni. Al momento la mia professione è quella di  segretario della Federazione Ticinese di Calcio, ma settimana prossima andrò avanti nel percorso di allenatore. Mi aspetta infatti il secondo step, il diploma C a Bellinzona. Seguirò i corsi e vedrò dove mi porteranno".