Ci ha pensato il direttore, ieri, a raccontare cos'ha detto Mattia
Croci Torti in conferenza stampa. Noi, semplicemente, prendiamo atto che, per
la prima volta dopo tanto tempo, non dovremo parlare di "esami" o di
"partita della svolta", parlando della sfida di questa sera al kybunpark.
Il Lugano, ormai, si sta creando un proprio ruolo, tranquillamente
paragonabile a quello di altri club di tradizione consolidata di oltre
Gottardo. Nuovo, solido, e che prescinde dai risultati. Intendiamoci: ottenere
dei risultati positivi, in queste ultime due sfide dell'anno solare, sarà
importante, per tanti motivi. Ma che la compagine bianconera stia raccogliendo
il frutto di tanti anni di lavoro, sul campo e fuori, è ormai un dato di fatto.
Parlavamo del campo. La squadra ha fatto quel salto di qualità, a
livello di mentalità, che si era auspicato tante volte anche nelle stagioni
passate, ma non era mai avvenuto. La dimostrazione è stata domenica scorsa
quando, al fischio d'inizio, sul tabellino erano segnati 11 nomi che erano già
in riva al Ceresio nella scorsa stagione. Non era facile contro un Sion al
quale mancano sicuramente individualità di rilievo (o erano state relegate in
panchina), ma che era stato disposto in campo per togliere ossigeno ai
bianconeri. I quali, invece, come sappiamo, hanno saputo tessere la tela in
modo intelligente, accelerando al momento opportuno, e aprendosi gli spazi
giusti per mettere la partita sul giusto binario.
Non era così scontato, dopo la battuta d'arresto di Berna (nella
quale, va ricordato, i sottocenerini avevano fatto bene sino al pareggio
avversario): ma, ormai, questo Lugano si è convinto di potersela giocare con
tutti, e non solo a parole. Certo, stasera a San Gallo non sarà facile: i
padroni di casa potranno contare sulla spinta di un pubblico che è secondo
(forse) solo a quello di Basilea, ma con in più la passione genuina di chi
soffre per una squadra che ha vinto molto, molto meno dei renani. Possiamo
prevedere che i biancoverdi presseranno alti, e i loro giocatori d'attacco cercheranno
di sorprendere in velocità i centrali ticinesi. Dal canto loro, i bianconeri
proveranno a rimanere corti, a chiudere gli spazi tra le linee per cercare di
interrompere le trame offensive avversarie per poi ripartire, attaccando gli
spazi lasciati liberi dalla difesa avversaria, che giocherà (come ha sempre
fatto fin qua) con il baricentro alto. Squadra imprevedibile il San Gallo,
capace di ottenere risultati di prestigio (le due vittorie consecutive contro
Young Boys e Basilea) così come affondare, in casa, davanti al GCZ (anche se
con l'attenuante di essere rimasta in 10 uomini dal 18'). Di sicuro, gli uomini
di Zeidler vengono da tre sconfitte consecutive, e devono muovere la
classifica: tuttavia, la loro frenesia a caccia del gol potrebbe essere un'arma
a doppio taglio al cospetto di un Lugano che, ormai, ha raggiunto un grande
livello di maturità, oltre a poter contare su parecchie soluzioni
offensive.
Fuori dal campo, la società ha saputo cogliere con grande
intelligenza un momento politico favorevole. Che il calcio, come molte cose
elvetiche, fosse nelle mani degli svizzero tedeschi, è un fatto noto. E, del
resto, l'ultima vittoria in campionato di una squadra della parte latina del
Röstigraben risale al secolo scorso (il Servette nel 1998/99). In coppa
svizzera il risultato è più recente (il Sion nella stagione 2014/15), ma i
numeri sono evidenti. Tuttavia, la proprietà del Lugano (che, non
dimentichiamolo, ha come plenipotenziari in Svizzera Martin Blaser e Georg
Heitz) ha saputo accreditarsi ai vertici del calcio che conta. E non solo: ha
dato fiducia a Michele Campana, che costituisce l'elemento in comune tra il
vecchio e il nuovo azionista di riferimento. Il lavoro del dirigente ticinese è
stato straordinario, visto che ha saputo rinsaldare l'alleanza tra Svizzera
italiana e romanda, riportando i "latini" nella stanza dei bottoni
del calcio. Non era scontato, e sicuramente molto hanno fatto, dietro le
quinte, i due nuovi dirigenti, che hanno un'esperienza di lustri trascorsa all'ombra
dei grandi club della Svizzera tedesca. Tuttavia, Blaser e Heitz si sono
smarcati, hanno indicato in Campana l'uomo in grado di rappresentarli nel
migliore dei modi, e il vertice del calcio svizzero ne ha preso atto. A questo
punto, con nuova linfa nelle vene, diventa concreta la speranza di veder
nascere una formula del torneo differente, che renda il campionato più
accattivante e adeguato ai nostri tempi, televisivi e non. E non è una
bestemmia immaginare, in questo futuro, un Lugano protagonista: il futuro dice
nuovo stadio, investimenti sui giocatori e sul settore giovanile. Certo, molto
lavoro da fare: ma nessuno, tra i protagonisti, si tirerà indietro. E, con alle
spalle un progetto solido, va da sé che i protagonisti scendano in campo con
un'altra mentalità, e un altro spirito. In tutto questo, non va dimenticato
Angelo Renzetti, che ha posto le basi per tutto questo, che ha saputo
convincere la nuova proprietà della bontà dei propri collaboratori (Campana e
Croci Torti su tutti, ma non solo), che ha lottato in questi anni per il polo
sportivo, e che ha messo la società sui binari giusti, pur ammettendo di non
avere i mezzi finanziari per poter fare il salto definitivo. Ma sapendo
trovare, in mondo pieno di affaristi senza scrupoli, le persone giuste che ci
hanno creduto. Quindi, sarà importante fare risultato stasera e domenica
prossima a Cornaredo con lo Young Boys. Ma, di sicuro, non ci saranno svolte o
esami da superare: il Lugano, ormai, è diventato adulto.