CALCIO
Un Lugano da piani alti
I bianconeri stanno facendo bene in campo e fuori: il futuro è tracciato
Pubblicato il 11.12.2021 08:41
di SIlvano Pulga
Ci ha pensato il direttore, ieri, a raccontare cos'ha detto Mattia Croci Torti in conferenza stampa. Noi, semplicemente, prendiamo atto che, per la prima volta dopo tanto tempo, non dovremo parlare di "esami" o di "partita della svolta", parlando della sfida di questa sera al kybunpark.
Il Lugano, ormai, si sta creando un proprio ruolo, tranquillamente paragonabile a quello di altri club di tradizione consolidata di oltre Gottardo. Nuovo, solido, e che prescinde dai risultati. Intendiamoci: ottenere dei risultati positivi, in queste ultime due sfide dell'anno solare, sarà importante, per tanti motivi. Ma che la compagine bianconera stia raccogliendo il frutto di tanti anni di lavoro, sul campo e fuori, è ormai un dato di fatto.
Parlavamo del campo. La squadra ha fatto quel salto di qualità, a livello di mentalità, che si era auspicato tante volte anche nelle stagioni passate, ma non era mai avvenuto. La dimostrazione è stata domenica scorsa quando, al fischio d'inizio, sul tabellino erano segnati 11 nomi che erano già in riva al Ceresio nella scorsa stagione. Non era facile contro un Sion al quale mancano sicuramente individualità di rilievo (o erano state relegate in panchina), ma che era stato disposto in campo per togliere ossigeno ai bianconeri. I quali, invece, come sappiamo, hanno saputo tessere la tela in modo intelligente, accelerando al momento opportuno, e aprendosi gli spazi giusti per mettere la partita sul giusto binario.
Non era così scontato, dopo la battuta d'arresto di Berna (nella quale, va ricordato, i sottocenerini avevano fatto bene sino al pareggio avversario): ma, ormai, questo Lugano si è convinto di potersela giocare con tutti, e non solo a parole. Certo, stasera a San Gallo non sarà facile: i padroni di casa potranno contare sulla spinta di un pubblico che è secondo (forse) solo a quello di Basilea, ma con in più la passione genuina di chi soffre per una squadra che ha vinto molto, molto meno dei renani. Possiamo prevedere che i biancoverdi presseranno alti, e i loro giocatori d'attacco cercheranno di sorprendere in velocità i centrali ticinesi. Dal canto loro, i bianconeri proveranno a rimanere corti, a chiudere gli spazi tra le linee per cercare di interrompere le trame offensive avversarie per poi ripartire, attaccando gli spazi lasciati liberi dalla difesa avversaria, che giocherà (come ha sempre fatto fin qua) con il baricentro alto. Squadra imprevedibile il San Gallo, capace di ottenere risultati di prestigio (le due vittorie consecutive contro Young Boys e Basilea) così come affondare, in casa, davanti al GCZ (anche se con l'attenuante di essere rimasta in 10 uomini dal 18'). Di sicuro, gli uomini di Zeidler vengono da tre sconfitte consecutive, e devono muovere la classifica: tuttavia, la loro frenesia a caccia del gol potrebbe essere un'arma a doppio taglio al cospetto di un Lugano che, ormai, ha raggiunto un grande livello di maturità, oltre a poter contare su parecchie soluzioni offensive. 
Fuori dal campo, la società ha saputo cogliere con grande intelligenza un momento politico favorevole. Che il calcio, come molte cose elvetiche, fosse nelle mani degli svizzero tedeschi, è un fatto noto. E, del resto, l'ultima vittoria in campionato di una squadra della parte latina del Röstigraben risale al secolo scorso (il Servette nel 1998/99). In coppa svizzera il risultato è più recente (il Sion nella stagione 2014/15), ma i numeri sono evidenti. Tuttavia, la proprietà del Lugano (che, non dimentichiamolo, ha come plenipotenziari in Svizzera Martin Blaser e Georg Heitz) ha saputo accreditarsi ai vertici del calcio che conta. E non solo: ha dato fiducia a Michele Campana, che costituisce l'elemento in comune tra il vecchio e il nuovo azionista di riferimento. Il lavoro del dirigente ticinese è stato straordinario, visto che ha saputo rinsaldare l'alleanza tra Svizzera italiana e romanda, riportando i "latini" nella stanza dei bottoni del calcio. Non era scontato, e sicuramente molto hanno fatto, dietro le quinte, i due nuovi dirigenti, che hanno un'esperienza di lustri trascorsa all'ombra dei grandi club della Svizzera tedesca. Tuttavia, Blaser e Heitz si sono smarcati, hanno indicato in Campana l'uomo in grado di rappresentarli nel migliore dei modi, e il vertice del calcio svizzero ne ha preso atto. A questo punto, con nuova linfa nelle vene, diventa concreta la speranza di veder nascere una formula del torneo differente, che renda il campionato più accattivante e adeguato ai nostri tempi, televisivi e non. E non è una bestemmia immaginare, in questo futuro, un Lugano protagonista: il futuro dice nuovo stadio, investimenti sui giocatori e sul settore giovanile. Certo, molto lavoro da fare: ma nessuno, tra i protagonisti, si tirerà indietro. E, con alle spalle un progetto solido, va da sé che i protagonisti scendano in campo con un'altra mentalità, e un altro spirito. In tutto questo, non va dimenticato Angelo Renzetti, che ha posto le basi per tutto questo, che ha saputo convincere la nuova proprietà della bontà dei propri collaboratori (Campana e Croci Torti su tutti, ma non solo), che ha lottato in questi anni per il polo sportivo, e che ha messo la società sui binari giusti, pur ammettendo di non avere i mezzi finanziari per poter fare il salto definitivo. Ma sapendo trovare, in mondo pieno di affaristi senza scrupoli, le persone giuste che ci hanno creduto. Quindi, sarà importante fare risultato stasera e domenica prossima a Cornaredo con lo Young Boys. Ma, di sicuro, non ci saranno svolte o esami da superare: il Lugano, ormai, è diventato adulto.