HOCKEY
Il Lugano "sornione" ha cambiato marcia
I bianconeri hanno atteso il momento giusto e hanno colpito: come da grande squadra
Pubblicato il 11.12.2021 10:56
di L.S.
Come se fosse scritto che questa partita dovesse finire così. Con la vittoria del Lugano, come d’altronde accade quasi sempre nei derby.
C’era nell’aria qualcosa di difficilmente spiegabile, come se tutti si aspettassero l’episodio che avrebbe cambiato la partita.
L’Ambrì aveva giocato bene, era stato capace di anestetizzare a lungo il gioco del Lugano, invero non brillantissimo, eppure c’era quel “non so che” di incompiuto che aleggiava sulla Gottardo Arena.
I bianconeri sornioni, dopo un inizio complicato, avevano iniziato a macinare il loro gioco. Senza entusiasmare, senza mettere tutta quella foga che si aspetta in una rimonta da derby, eppure era difficile credere che avrebbero perso questa partita.
All’Ambrì stava girando tutto bene, con Ciaccio che stava parando a buoni livelli e una squadra concentrata e compatta. Era la faccia bella, quella che si era già vista a tratti anche nelle altre partite, ma che spesso non era bastata.
È successo anche stavolta: un episodio e la squadra è andata in difficoltà.
Può succedere quando sei in crisi e inizi a dubitare dei tuoi mezzi.
E così la partita è cambiata. Il Lugano ha segnato ancora e poi ha gestito. Con qualche piccolo affanno sul finale, ma nemmeno troppo.
I bianconeri danno l’impressione di svolazzare sul campionato, di possedere una convinzione che almeno in questo momento fa la differenza.
MCSorley ripete il suo refrain: al completo siamo forti. Non ha tutti i torti. Quanto forti lo scopriremo col tempo, ma è certo che questa squadra ha ritrovato uomini e determinazione. Come se si fossero guardati in faccia e avessero stretto un patto di ferro: dimostriamo chi siamo. Senza più scuse.
Poi si potrebbe parlare di Schlegel o di Carr, dotati di classe cristallina, o di Josephs, che sa essere decisivo anche con l'etichetta di “outsider”.
Tutte pedine, come Fazzini, Arcobello o Müller, che fanno adesso parte di una squadra vincente. O perlomeno, che ha iniziato a vincere. E di un gruppo che sa finalmente ciò che vuole.

(Foto Putzu)