Calcio
Le rondinelle in panchina
Per il Crus quello di San Gallo è un buon punto: sa di non avere dei falchi a disposizione
Pubblicato il 14.12.2021 11:12
di Giorgio Genetelli
 Presagendo Verstappen, nella notte di guida da San Gallo ripenso alla partita appena vista, tra una curva pennellata ad arte e l’occhio ai manometri, dato che l’ultima volta è piovuto un multone a tradimento, a me che vado sempre in treno e che mi si potrebbe capire, insomma.
Dunque, il Lugano che porta via un punto è un equivoco. Poteva fare di più, troppo presto ha pensato a contenere, sfiancando Lovric e Bottani sulla trequarti nel tentativo di tenere cucito lo schieramento. Perdendo di fatto tre giocatori, i due citati più l’abbandonato Abubakar, mentre il San Gallo isterico, con la metà dei punti luganesi in classifica, guadagnava metri e decibel.
Tutti gli esperti da tribuna e da salotto puntano il dito su Baumann, semplificando il ragionare. Vero che il portiere ha lasciato sfilare un pallone quasi morto, ma quel pallone era ancora infido a causa della mancata deviazione di Duah. Il fatto è che il Lugano ha difeso male la pietra preziosa di Lovric, quel gol da campione a sei secondi dalla fine del primo tempo, arretrando e spaccandosi. Avesse tenuta più alta la linea, la disperata squadra di casa non sarebbe mai arrivata al tiro, sempre più confusa e arrabbiata. Zeidler sembrava Nicholson in "Qualcuno volò sul nido del cuculo", creativo ma sfiancante nel suo agitarsi, mentre il pubblico faceva come in chiesa, sedendosi e alzandosi tra preghiere e invettive. Ambientaccio, che il Lugano poteva fronteggiare meglio tenendo palla, se solo non avesse obbligato Custodio e Sabbatini (nei nomi, il destino) a un lavoro erculeo dovuto ai palloni che davanti non reggevano più.
Chiaro che un episodio poteva annullare tutto, come in effetti è successo. E se non ci avesse messo una pezza Baumann, proprio lui, su Youan, gli episodi sarebbero stati due e ciao. Ma questa concessione di campo ai biancoverdi non è responsabilità di nessuno: è solo che il Lugano è corto, mancano centrocampisti, mancano rincalzi che migliorino la resa. Anche Amoura è un orpello, che se non servito rimane là a vagheggiare.
Per questo il Crus si è detto soddisfatto del punto, sa di avere solo rondinelle e non falchi e il corto muso gli si addice poco.
Verso Splügen finisco l’analisi e inserisco il tempomat, tradendo anche la voglia di Gran Premio.