Calcio
Problemi in campo? Ci pensa Güney!
L'ex campione del mondo di kickboxing ora arbitra partite di calcio regionale, la Kreisliga
Pubblicato il 15.12.2021 10:28
di Giorgio Keller
In occasione della giornata mondiale del volontariato dello scorso 5 dicembre, l’autorevole settimanale Stern ha presentato sulle sue pagine una decina di persone. Una di loro è Güney Artak. Il 33enne è stato campione del mondo di kickboxing e ora arbitra partite di calcio regionale, la Kreisliga.
Anche dai nostri vicini del nord, purtroppo, le scene si assommano e si moltiplicano di domenica in domenica sui campetti delle leghe inferiori: interventi della polizia, tristi scene tra pugni e manate, arbitri minacciati, presi a sputi, picchiati. Arbitri il cui numero sta diminuendo da anni. Ecco la ragione che ha spinto Artak a diventare uno di loro.
"Ho continuato a sentire parlare di partite sospese per vie di fatto finché un giorno ho pensato: voglio contribuire a cambiare questa situazione", dice Artak. Cresciuto a Göxe am Deister (Hannover), ha iniziato presto a lavorare per servizi di sicurezza e anche da buttafuori e da guardia del corpo. Nel 2017 si è laureato campione del mondo di kickboxing a un peso di combattimento 118 chili, soprannominato "The Beast" (la bestia).
Trascorre le sue domeniche sui campi di calcio nella zona di Hannover. Decise di seguire i corsi per arbitro nel ’16 e Artak ora dirige partite del campionato distrettuale dove non ci vuole andare nessuno. Cioè, egli si fa attribuire dalla federazione le partite cosiddette “difficili”, soprattutto quando si incontrano squadra con sfondi migratori.
Figlio di emigrati turchi e oggi perfettamente integrato con tanto di passaporto tedesco, Güney ci dice una cosa che non ci giunge nuova: "I problemi devono essere risolti fuori dal campo. In realtà, è triste che ce ne voglia uno come me per tenere a bada i giocatori". I calciatori lo ascoltano anche perché era un kickboxer con tanto di titolo mondiale, al di là di una presenza fisica tutt’altro che trascurabile. “Molti altri arbitri non sono favoriti da quest’aspetto, ma anche se non sono dei kickboxer come me, vorrebbero comunque arbitrare le partite senza venir minacciati magari per un fischio sbagliato o un rigore concesso”. Non si fa fatica a capire che a tutt’oggi nessuno si sia mai rivolto con le cattive nei suoi confronti…
Ecco perché il coinvolgimento di Artak va oltre: tiene riunioni e incontri sui campi, workshop e interviste. Poi visita squadre che non si comportano bene sui campi recandosi direttamente alle loro clubhouse, facendo capire che i problemi non si risolvono sul campo, ma fuori e prima.
Forse – dice Artak - su piccola scala posso cambiare qualcosa a livello di leghe inferiori, ma affinché qualcosa accada su larga scala, ci devono essere sanzioni più severe sia per i club che per i giocatori che ostentano gli arbitri. Finché non saranno applicate queste sanzioni, nel mio piccolo, per il momento non mi fermo andando a calcare terreni cosiddetti “difficili”.
Insomma, averne di Güney.