Calcio
Ultras contro la Stasi
La tifoseria dello Young Boys è contraria all'introduzione dei biglietti nominali
Pubblicato il 16.12.2021 11:35
di Giorgio Genetelli
“La polizia di Berna saluta la Stasi della DDR”. Così gli ultras dello Young Boys agganciano il 2021 al Novecento, con uno striscione in pennarello che fa tanto scuole maggiori, quando si ripassava il volto di Che Guevara nella noia delle ore di disegno. Uno scomodamento torrenziale per mettersi contro ai biglietti nominali, che si vorrebbero istituire per l’entrata agli stadi. Una scelta che segnerebbe la fine delle curve, poiché lì, con i posti in piedi non numerati, l’applicazione sarebbe impossibile, a meno di fissare seggiolini anche dove ora ci sono ancora gradoni in cemento, per completare la sterilizzazione degli impianti.
Si motiva con una serie di ragioni: controllo, sicurezza, protezione. Le solite cose che agitano una società ormai spaventata da tutto e che vuole proteggersi con norme da stato di polizia. La Stasi, appunto, quella che nella DDR sorvegliava tutti, imprigionava e faceva sparire. Insomma, vediamo di non esagerare, va, visto come andò a finire a Berlino.
La Swiss Football League, destatasi da anni di sottovalutazione, ha capito che il tifo più caldo è importante per far viaggiare il carrozzone e quindi ha proposto di far sedere al tavolo non solo politica e dirigenza, ma pure i tifosi. Cosa ne verrà fuori non si sa, e bisognerà pure vedere se gli ultras scenderanno a patti con il potere, cosa praticamente mai successa.
Per far valere le opposte ragioni, da una parte c’è la supposta necessità di sicurezza dentro lo stadio e dall’altra la libertà di esprimersi in quella che è ormai una riserva indiana. Sbagliano tutti. L’autorità che pensa di bandire gli eccessi con il controllo, dimenticando che se non sono dentro lo stadio i tifosi saranno fuori e se vorranno incasinare il mondo lo faranno comunque, e magari anche in modo peggiore e incontrollato, con più frustrazione e violenza; gli ultras che credono alla liceità di tutto, dal razzismo alla brutalità, senza dover rendere conto con nome e cognome delle loro intemperanze.
Per portarsi avanti nel dialogo, ieri sera, proprio a Berna, qualcuno della riserva ha lanciato un accendino sulla testa del basilese Kasami, che stava festeggiando un gol. La partita è andata avanti come se niente fosse, con le proteste per i soliti rigori dati o non dati. Ce n’è ancora di strada da fare per capirsi senza togliersi la pelle dalla faccia.