Hockey
McSorley si è preso il Lugano
Superato il momento difficile, il canadese si è raccontato al Corriere del Ticino
Pubblicato il 17.12.2021 09:29
di Red.
Ha superato il momento difficile e oggi Chris McSorley è un coach e un uomo felice.
Si è raccontato al Corriere del Ticino.
«In una curva di apprendimento bisogna mettere in conto anche i periodi complicati. Ci siamo lasciati alle spalle un lunga fase difficile, figlia di quella serie di incredibili infortuni che, ad un certo punto, ci ha privato di praticamente un terzo del nostro effettivo. Ma oggi, proprio grazie a queste contrarietà, siamo una squadra migliore. Più forte. Abbiamo conquistato tanti punti nelle ultime partite e il gruppo si merita questi successi: si è impegnato molto per ottenerli. Ora si tratta di non dimenticare l’etica del lavoro che ci ha permesso di effettuare il salto di qualità. Pure io ho imparato tanto: in quei giorni bui mi sono reso conto di quanto sia professionale questo club. Ho ricevuto un enorme sostegno da parte della dirigenza. Adesso fare una passeggiata in piazza Riforma per me è molto più semplice».
«Avverto la responsabilità nei confronti del club che mi ha dato fiducia e dei tifosi. Per una squadra come la nostra, è fondamentale trovare l’equilibrio tra le ambizioni di vittoria e lo sviluppo dei giovani. Un equilibrio non sempre facile da mettere in pratica. In questo momento i giovani stanno giocando meno rispetto ad un paio di mesi fa, ma non devono abbattersi per questo. Abbiamo la fortuna di avere i Ticino Rockets, dove la loro crescita può proseguire. La pressione, per quel che mi riguarda, è quella che ti metti addosso tu stesso. Ascolto molto chi mi sta attorno, ma non posso farmi influenzare da ciò che pensano media e tifosi. Nell’hockey c’è solo una tomba ed è quella dell’allenatore (ride). Ed allora mi prendo le mie responsabilità per starne il più lontano possibile ».
«In generale qui in Ticino c’è tanta passione per lo sport. Più che a Ginevra, per esempio. E di conseguenza le aspettative dei media e dei tifosi nei confronti degli stranieri sono sempre molto alte. Da un lato lo capisco, dall’altro un allenatore guarda sempre al bene del gruppo e non a quello del singolo giocatore. È altresì vero che uno straniero, per avere successo nel campionato svizzero, deve avere una grande fiducia nei propri mezzi. Se dubita, beh, questo molto semplicemente non è il posto adatto per lui».