Il Lugano a
Rapperswil ha perso ancora: sei sconfitte nelle ultime sette partite.
Che ci sia
qualcosa non va mi sembra ovvio. Non può essere soltanto il covid che nelle
ultime settimane aveva colpito quasi tutta la squadra.
Ieri sera
Pelletier, a giusta ragione, aveva detto: “Ci sta mancando energia”. Come dare torto al tecnico dei bianconeri?
Da qualche tempo
il Lugano sembra abulico, poco incisivo e piuttosto lento.
L’impressione, al
di là delle questioni puramente fisiche, che possono ovviamente essere capite
in un periodo come questo (il virus e giocare ogni due-tre giorni), è che ci
sia anche un problema motivazionale.
La squadra appare
fortemente disunita e non tutto può essere archiviato con le numerose, ancorché
pesanti, assenze difensive.
Tra giocatori
sottotono e un mercato che non porterà rinforzi, è giunto il momento di accettare
l’idea che la stagione dei bianconeri, se non capiterà un proprio e vero
miracolo, rischierà di terminare nell’oblìo più assoluto.
Sembra questo il
messaggio che arriva dall’assordante silenzio della società, in questo periodo
decisamente assente e incapace di inviare dei segnali forti alla squadra e al
suo ambiente.
Forse l’assenza
di pubblico in pista e la importanza relativa di una stagione strana e svuotata
di forti contenuti, come aveva ammesso anche la presidente Vicky Mantegazza, ha
smorzato l’entusiasmo di un club già proiettato con la mente e il progetto alla
prossima stagione.
La questione della
riduzione degli stipendi (non si è più saputo nulla…) e di quei rinnovi di
contratto ancora in ballo non stanno ovviamente facilitando le cose. Anzi, in
una stagione così strana rendono tutto ancora maledettamente più difficile.
È un peccato perché
ci sarebbe ancora tempo per raddrizzare la situazione e tornare ad essere il
Lugano che ha voglia di vincere e ben figurare. Un compito che negli ultimi
anni, tra qualche alto e basso, non era mai venuto meno.