Calcio
La Compagnia degli Allenatori
È Simone Inzaghi l'autentica sorpresa del girone d'andata
Pubblicato il 23.12.2021 13:34
di Angelo Lungo
Il Campionato degli allenatori porta sulla scena il protagonista che non ti aspetti: Simone Inzaghi. Era il piano B di Marotta. Un'incognita per l'interismo, quello che divora, che annienta e che non riesce a domare un ambiente preda di pulsioni. Sostituire Conte, poi, sembrava un'impresa improba. È partito in sordina, con le stimmate dell'uomo medio che incede e che non ha ambizioni. Un normale destinato a rimanere tra il sospeso e il possibile. E la classifica, per ora, dice che l'Inter è saldamente in testa. È la migliore dal punto di vista del gioco, un'identità tattica precisa, tutta la rosa dei giocatori che si sente coinvolta. E strano per la Beneamata: tutto tranquillo, nessuna polemica, nessun isterismo.
Stefano Pioli intende continuare a coltivare il suo sogno. Per mesi il suo Milan era ritenuto la squadra più bella d'Italia, quella più vicina allo stile europeo. Una stampa amica ne ha tessuto le lodi. Poi una flessione, alti e bassi. Certo gli infortuni sono tanti, di certo il vero salto di qualità per i rossoneri era ed è rappresentato dalla continuità. I rossoneri sembrano aver smarrito la brillantezza dell'inizio stagione. Urge un centrale difensivo, capace di comandare il reparto.
Luciano Spalletti a Napoli è in crisi. Una partenza fulminante. Una rosa considerata forte, tecnica e completa. Ecco il sogno: lo scudetto, finalmente, a portata di mano. Un toscano a Napoli: per una città dove la passione travolge e non ammette mezze misure. Ma la parte finale del girone è deludente. Il titolo non si vince negli scontri diretti, ma battendo Empoli e Spezia.
Massimiliano Allegri è stato accolto come il “deus ex machina”. Colui che avrebbe ristabilito l'ordine: niente più caos e tutto nella norma. Il giudizio era unanime: sostituito Pirlo, la Juve era destinata a riprendersi lo scettro del comando. Così non è stato, passi per la rimonta, ma la Juve non esalta. Il livornese è chiaro: avanti con il “corto muso”, la vittoria di misura, d'altra parte anche la prestigiosa “Treccani” ha legittimato l'espressione e dato forza al concetto.
Mourinho a Roma. Il portoghese pare vivere di sussulti. Il nuovo che vuole somigliare al vecchio, ma per ora non ci riesce. Costruire è più complicato che gestire.