Calcio
Aramaici: "Non è stato un pugno, ma una sberla"
Nessuno del club ha visto niente, ma secondo quanto riportato da terzi è andata così...
Pubblicato il 24.12.2021 13:02
di Carlo Scolozzi
Difficile spiegare il fattaccio di Aramaici-Drina dello scorso 2 ottobre, ossia quello del pugno all'arbitro con tanto di squalifica di un anno e mezzo. Testimoni oculari non se ne trovano, la dinamica va ricostruita attraverso le dichiarazioni di terzi. 
Abbiamo infatti interpellato il vice presidente Angelo Akai (il presidente Alberto Akai è all'estero) che spiega: "Non ero presente alla partita, quello che so l'ho appreso da altri. Mi hanno raccontato che a gara terminata questo nostro giocatore, che ha allenato anche i nostri portieri, ha avuto un battibecco col direttore di gara. I due non andavano d'accordo già in passato. La partita in sé, comunque, era stata tranquilla. In ogni caso non si è trattato di un pugno, ma di una manata, che ha colpito o meno l'arbitro".
Chi c'era, ma non ha visto, è il Mister Antonio Akai: "In quel momento non ero presente, perché io e il mio collaboratore stavamo riponendo il materiale nello spogliatoio. Comunque me l'hanno raccontata un po' diversamente. A me hanno parlato di un battibecco verbale e di una sberla che era diretta dal padre al figlio, ma che poi ha colpito l'arbitro. Il nostro ex giocatore attualmente allena i portieri delTegna ed era al campo solo in qualità di spettatore".
Silvano Beretta, presidente della Sezione tecnica della Federazione ticinese di calcio, ha parlato a Ticinonews di un giocatore che al termine della partita ha messo o tentato di mettere le mani addosso all'arbitro, che sta benone. 
La vicenda è intricata e, assommata ai fattacci di Semine-Locarno, non è un bello spot per il calcio regionale in questo 2021.