CALCIO
Vince l'Inter, per ora la più forte
I nerazzurri battono nella Supercoppa la Juve con un gol di Sanchez al 120. minuto
Pubblicato il 13.01.2022 09:09
di Silvano Pulga
Al di là delle circostanze nelle quali è maturata (una rete di Sanchez all'ultimo respiro del secondo tempo supplementare), la partita di ieri sera al Meazza di Milano ha messo in risalto che, almeno momentaneamente, le gerarchie del calcio di oltre confine sono cambiate. Intendiamoci: la Juventus avrebbe anche potuto vincere, con un po' più di concretezza davanti: ma sarebbe stata un'affermazione episodica, come nel calcio a volte succede, visto che non sempre prevale la più forte. Tuttavia, le cifre (e non solo) hanno mostrato una superiorità tecnica (anche atletica, però) netta da parte dei padroni di casa. A fare la differenza non solo il maggiore possesso palla (66% quello dei nerazzurri), ma, appunto, una condizione fisica straripante. L'Inter arrivava sempre prima sui palloni, teneva il baricentro altissimo e, nonostante questo, rischiava pochissimo in contropiede: le volte nelle quali i torinesi hanno provato a ripartire, soprattutto nella ripresa, si sono sempre trovati in inferiorità numerica e, comunque, troppo lontani dalla porta avversaria per poter creare loro grattacapi.
La Juventus ha giocato a sprazzi, provando a imporre un ritmo superiore e, in alcuni fasi dell'incontro, è riuscita a portarsi nella metà campo avversaria (per esempio a inizio ripresa, dove ha sfiorato il gol con Bernardeschi): tuttavia, quando ha dovuto abbassare il numero dei giri del motore, si è ritrovata schiacciata nella propria metà campo. Ha fatto densità dietro, ha provato a chiudere gli spazi, riuscendo a farlo quasi sempre: ma quando tieni gli avversari negli ultimi 20 metri, può sempre capitare di sbagliare. E, infatti, a una manciata di secondi dalla fine, un intervento errato di Alex Sandro ha consentito a Sanchez di trovare la via del gol, sfruttando la seconda palla, per un successo comunque meritato, evitando alla sua squadra la lotteria dei rigori. La fase finale della sfida è stata emblematica: i bianconeri avrebbero avuto la necessità di fermare il gioco per consentire a Bonucci di entrare, ma non sono riusciti a entrare in possesso della sfera, saldamente nelle mani degli avversari i quali, appunto, hanno avuto la forza di buttare in mezzo all'area l'ultimo pallone. L'errore della difesa juventina ha fatto il resto, come scrivevamo sopra: ma l'azione ha riassunto, in una manciata di secondi, l'andamento dell'intero incontro.
Ora, vedremo il prosieguo della stagione: di sicuro, la squadra di Inzaghi appare in salute come non mai. Il tecnico interista ha saputo anche dosare le forze dei suoi con intelligenza, togliendo alcuni elementi chiave come Lautaro e Barella, tanto da dare la sensazione, in un primo momento, di anteporre la necessità di non spremere troppo i suoi alla voglia di vincere il suo primo trofeo con l'Inter. In realtà, le seconde linee hanno fatto benissimo, mantenendo alta la squadra, che non ha assolutamente perso la propria intensità. Allegri ha fatto ciò che ha potuto, subendo forse troppo gli avversari. Tuttavia la sensazione, dagli spalti, era che non potesse fare altro. Ha provato, in alcuni momenti, ad alzare i ritmi oltre quelli dei nerazzurri, cercando di concretizzare per poi arretrare, difendendo il risultato: in effetti così è andata, dopo il vantaggio, ottenuto con la complicità della difesa avversaria. Però, l'arretramento così accentuato del baricentro, e una grande difficoltà a ripartire, lo hanno messo in difficoltà. L'Inter si è riversata nella metà campo avversaria, con una trama infinita di passaggi, con la Juventus incapace di arrivare prima sui palloni. E così, anche se su rigore, è arrivato l'inevitabile pareggio.
 Si è parlato molto, nelle scorse settimane, in casa bianconera, di anno di transizione. Ieri sera si è capito, in modo chiaro, che il lavoro che attende Allegri sarà lunghissimo: la squadra è da rinnovare nella sua spina dorsale, ci sono tantissime incognite (Dybala è la prima) e davanti, in classifica, corrono. Il quarto posto, insomma, non è scontato, anche se la stagione è lunghissima; e la perdita di un uomo chiave come Chiesa, capace d'inventare situazioni in ogni momento, complica non poco il futuro. In quanto all'Inter, in campionato può solo suicidarsi: e anche il blasonatissimo Liverpool, in Europa, dovrà fare attenzione, fermo restando che in Premier sono abituati a giocare a calcio a velocità differente. Staremo a vedere.