Le parole di Hnat
Domenichelli ci volevano, per rimettere un po’ di ordine nelle faccende dell’HC
Lugano.
Certo, per ora
sono solo parole, ma è meglio di niente. Anche perché in questo momento di
crisi mondiale, fare progetti e coltivare sogni non è scontato.
Cosa ha detto
Domenichelli nella sua lunga e articolata intervista di ieri sera?
Semplicemente che
questa è una stagione un po’ così, in cui non si investirà e non ci si farà il
sangue amaro se i risultati non dovessero arrivare. Anzi, sembra di capire che in
un certo senso siano già stati messi in preventivo. Il bello, assicura, arriverà la prossima stagione, quando la gente tornerà (si spera) in pista. Allora sì, che varrà la pena tornare ad investire.
Il responsabile
del mercato bianconero fa capire anche un paio di altre cose: i giovani stanno
facendo esperienze importanti mentre alcuni "vecchi" non stanno rendendo e perciò rischiano di rimanere
fuori dal progetto futuro. L'allenatore e il suo staff, almeno per il momento, possono stare tranquilli. I giudizi verranno tutti rimandati a fine anno.
Parole sagge,
anche perché scaricare in questo momento la responsabilità su Pelletier sarebbe
decisamente ingiusto. L’allenatore ha risollevato il Lugano la scorsa stagione
e quest’anno è tutto sommato nella posizione in cui si pensava potesse essere.
Senza Carr e Kurashev, come ha ammesso onestamente anche Domenichelli, questa rosa è da sesto posto.
E poi diciamocelo
chiaramente: a Lugano non potrà sempre essere colpa degli allenatori, no?
Adesso sarebbe bello
che assieme alle parole di Domenichelli, in futuro si sentissero anche quelle
della presidente Mantegazza, che resta pur sempre l’anima di questo club. La
sua presenza, in un momento così delicato e importante per il presente ma
soprattutto per il futuro del club, è fondamentale. Perché mai come adesso il
club ha bisogno di mandare un segnale di unità e coesione.