Sci
Lo Zio Paperone dello sci alpino abita a Buochs
Coi suoi risultati di Adelboden e Wengen, Odermatt ha raccolto 117 mila franchi in soli otto giorni
Pubblicato il 17.01.2022 10:15
di Giorgio Keller
La Coppa del Mondo di sci alpino ha compiuto il suo giro di boa e dunque a metà stagione è tempo di fare i conti in tasca ai protagonisti.
Anche senza la spinta di sindacati, nello sci la parità di salario è già arrivata da molto tempo. Gara per gara ci sono dei premi in danaro da prendere da parte degli organizzatori che per uomini e donne partono da un minimo di 45 mila franchi per una vittoria. L’eccezione la fa Kitzbühel (Austria) che per la mitica discesa dell’Hahnenkamm (“cresta del gallo”) sabato prossimo consegnerà 100 mila Euro al galletto che attaccherà il tempo migliore.
Questa stagione lo Zio Paperone abita a Buochs nel canton Nidwaldo e si chiama Marco Odermatt. Dall’alto delle sue sei vittorie stagionali, non solo guarda giù dai suoi 1075 punti in classifica generale – quasi il doppio del suo antagonista Aamodt Kilde a quota 685 – ma ha già potuto arricchirsi di 378'550 franchi; pensate che coi suoi risultati di Adelboden e Wengen ne ha raccolti 117 mila solo in otto giorni. Logico che in questa graduatoria sia seguito dal norvegese (261'500) e dall’austriaco Matthias Mayer (134'700). Beat Feuz è a quota 73'050.
Se vogliamo fare un confronto con la stagione precedente, ebbene Odermatt ha praticamente eguagliato già oggi il bottino del francese Alexis Pinturault (379'064 nel 20/21), migliorando sé stesso di un buon terzo. E da qui al termine della stagione le prospettive di passare il mezzo milione sono più che reali.
Detto dell’eguaglianza del trattamento salariale tra i sessi, andiamo a vedere come stanno le donne. La slovacca Petra Vlhova, allenata dall’airolese Mauro Pini, forte di cinque successi capeggia a quota 311'382 franchi davanti all’americana Shiffrin (293'145) ma quest’ultima la precede in classifica generale (966 punti contro 929). Un po’ “distaccata” troviamo Lara Gut-Behrami a quota CHF 139'934 ma attenzione, qui va detto molto esplicitamente che lo scorso dicembre la ticinese ha dovuto rinunciare a diverse gare a causa del Covid e dunque - considerando che avrebbe fatto risultati – non ha potuto mettere in saccoccia qualche altro assegno. Se andiamo a comparare con la stagione precedente, quando la Vlhova l’ha preceduta di poco in classifica generale, vediamo che Gut-Behrami s’è era trovata in testa alla graduatoria monetaria con 485'900 franchi.
C’è tutta una storia dietro a questi premi gara che fino agli ’80 non esistevano neanche. Ci fu un movimento spinto dagli atleti e capitanato dal discesista austriaco Peter Wirnsberger a creare… movimento. In un primo momento, in occasione dei sorteggi pubblici e televisivi dei pettorali alla vigilia, i corridori mostravano il loro numero di partenza alle telecamere coprendo lo sponsor; in un secondo, alla premiazione, salivano sul podio con le giacche. Morale della favola: su pressione della federsci internazionale (FIS) gli organizzatori cominciarono a includere i premi gara nei loro budget sulla base di condizioni minime da rispettare.
Se le cifre sono belle, bisogna però saperle interpretare. Trattandosi di lavoro, i premi vengono pagati dopo la deduzione dell’imposta alla fonte del paese nel quale si svolge la gara ma che l’atleta potrà recuperare attraverso la dichiarazione d’imposta: operazione spesso molto lunga nel tempo e talvolta un tantino snervante. E magari, a seconda della situazione personale, perlomeno da noi è capace di alzare la mano anche l’AVS.
Per loro fortuna, sciatorie e sciatrici non vivono di soli premi gara. In linea di massima sono pagati dalle loro federazioni con fissi e premi, indi i diversi contratti coi fornitori, lo sponsor personale sul capo e qualche contrattino collaterale ad esempio con una marca di orologi, un caffè freddo, biancheria intima fino alla piattaforma dei biglietti per i concerti. E tutto il lavoro è per così dire spesato. Costi per gli allenamenti a carico della federazione, spese di Coppa del Mondo da parte degli organizzatori, macchina a disposizione tutto l’anno mentre da una gara all’altra solitamente prendono posto nell’auto del proprio skiman.
Per correttezza però va anche detto che proprio in un discorso Lara Gut-Behrami la stessa atleta deve coprire diversi costi per il fatto che dispone di un cosiddetto team privato con persone che non fanno parte direttamente della federazione e dunque sono a suo carico. Se anche il datore di lavoro del marito Valon Behram Genoa Calcio (Genoa Cricket and Football Club S.p.A) paghi per il patacchino sul berrettino di papà Pauli Gut non è dato a sapere.