Ieri sera il
Lugano non ha giocato male, meglio dirlo subito.
Soprattutto nel
primo tempo la squadra di Jacobacci ha saputo irretire e per certi versi sorprendere
i campioni svizzeri dello Young Boys.
Alla fine però il
risultato non è arrivato. Sesta partita senza vittorie (4 pareggi e due
sconfitte) e la sensazione di un’allarmante pochezza offensiva che ormai si
protrae da un po’.
Maurizio Jacobacci,
che aspetta sempre una chiamata dal suo presidente per il rinnovo del contratto
(ieri sera ai microfoni della RSI Renzetti ha però detto chiaramente che per il
momento non si fa nulla), si è dichiarato soddisfatto della prestazione dei
suoi ragazzi.
Verità o
dichiarazioni di facciata?
È possibile che
la verità stia nel mezzo, perché se è innegabile che il Lugano non ha sfigurato,
è anche vero che adesso però ci vuole una scossa.
Come ha suggerito
ieri sera nella nostra diretta facebook l’ex allenatore Livio Bordoli, colui
che riportò il Lugano in serie A dopo più di dieci anni di cadetteria,
Jacobacci dovrebbe forse cambiare registro. L’ex allenatore bianconero, ora
responsabile tecnico della Federazione Ticinese di calcio ha detto che “non si
può sempre dire che tutto va bene anche quando si perde. Ci sono dei momenti in
cui bisogna cambiare il messaggio verso i giocatori e dire che qualcosa non va
per il verso giusto”.
Questo Lugano non
segna, o meglio, segna pochissimo. 14 gol in 14 gare hanno fruttato la bellezza
di 20 punti. In un certo senso si tratta di un piccolo miracolo. Proprio
Jacobacci alla vigilia della partita aveva chiesto ai suoi attaccanti di tirar
fuori lo “spirito di Ibra”. Cosa che purtroppo, all’insegna del gol fallito
clamorosamente da Bottani, non si è vista.
Tra tre giorni i
bianconeri affronteranno un’altra delicata sfida a San Gallo, una partita che
risultati alla mano non si può e non si deve perdere. Per non entrare in una
spirale di sfiducia e avviare quello che sarebbe un principio di crisi.
Che mosse attuerà
Jacobacci? Per Bordoli le cose sono abbastanza chiare: “Deve cambiare qualcosa
in attacco, dove le cose non stanno funzionando. Avendo un parco così ampio di
giocatori deve provare a trovare altre soluzioni. In difesa invece non
cambierei nulla, questa squadra è nata per giocare in questo modo e non credo
che un cambio di modulo le gioverebbe”.
Insomma, la
partita di San Gallo è lanciata. Tra 72 ore conosceremo le (nuove) mosse partorite dal
tecnico che forse si trova nel primo vero momento difficile della sua
esperienza bianconera.