Calcio
Un fischio di troppo
Gli arbitri italiani sono di nuovo nella bufera, si susseguono errori su errori
Pubblicato il 18.01.2022 09:51
di Angelo Lungo
In Milan-Spezia, il direttore di gara, Marco Serra ha preso una decisione sbagliata e ha condizionato la partita. Un errore marchiano di cui si è reso immediatamente conto e visto il clamore l'Aia si è, prontamente, scusata. La giacchetta nera torinese è giovane ed è uno dei tanti che sta calcando i campi del campionato: in atto c'è un ricambio generazionale. Al di là del clamoroso abbaglio, che può essere iscritto nella categoria della fallibilità dell'umano, è indubitabile che in Italia esiste un problema arbitrale.
Claudio Gavillucci, che ha arbitrato in Serie A per alcuni anni, dismesso ora fischia in Inghilterra, ha scritto un libro dal titolo “L'uomo nero”. La sua tesi è che l'Aia sia, eufemisticamente, poco trasparente. Le carriere vengono decise in maniera discrezionale e con graduatorie interne contro cui non si può obiettare. Insomma, un'organizzazione burocratica che premia poco il merito.
Questo le istituzioni. Andando oltre, gli arbitri fischiano troppo. Interrompono, continuamente, il gioco, ogni contatto anche quello veniale viene sanzionato. La differenza con il metro adottato in campo europeo è evidente. I dati statistici parlano chiaro: i rigori, le ammonizioni e le espulsioni decretate sono da record. Forse per accontentare tutti: visto che giocatori, allenatori e presidenti sono sempre presenti sul fronte della protesta.
Si pensava che l'introduzione della tecnologia potesse contribuire a smorzare le polemiche. Ma l'uso del Var è cervellotico. Un protocollo che viene, di volta in volta, interpretato. Sottoposto a continui aggiornamenti. Insomma, una grande confusione che contribuisce ad alimentare i sospetti. La sensazione è che i vertici arbitrali non intendano mettere in discussione il potere decisionale del direttore di gara sul campo.
Un arbitro di Serie A percepisce uno stipendio fisso che varia dai 45mila euro fino agli 80mila l'anno. Ogni partita frutta all'incirca 4mila euro. Un'eventuale sospensione ha un peso di un certo peso economico. Una gara di Champions League vale tra i 4800 e i 5800 euro. E il “varista”? Poco, prende poco: 1500 euro per ogni match monitorato.