Tra pochi giorni compirà 35 anni e il suo futuro è ancora
un rebus.
A fine aprile ad Alessandro Chiesa scadrà il contratto con l’HC Lugano e non ha ancora deciso cosa farà.
Ne ha parlato ieri sera a Fuorigioco.
“Quest’anno l’allenatore mi ha ritagliato un ruolo su misura per me, con compiti prettamente difensivi. Fino allo scorso anno giocavo nelle prime due linee, quest’anno sono invece in terza. Ma va bene così, ho capito quello che devo fare e lo faccio senza problemi”.
Il tempo sul ghiaccio si è ridotto a 12 minuti e 25 secondi: non tantissimo.
“È in linea con il mio ruolo, normale che sia così: devo giocare in determinate situazioni e farmi trovare pronto e dare sempre il massimo”.
Da ormai due stagioni senza la C sul petto, Chiesa sembra aver assorbito bene il colpo.
“Per me non è cambiato tantissimo: mi piaceva essere il capitano e parlare con gli arbitri. Ma lo faccio ancora e il mio ruolo all’interno dello spogliatoio non è cambiato. Sono l’Alessandro di sempre”.
Sul futuro invece ci sono ancora mille incognite, anche se ormai sembra difficile che possa essere ancora a Lugano.
“Avrei voluto prendere una decisione durante le vacanze di Natale, ma poi ho preso il covid, in forma fortunatamente leggera e allora ho deciso di aspettare ancora un po’. Lo farò tra un paio di settimane, durante la pausa delle Olimpiadi”.
La voglia di giocare c’è ancora.
“Assolutamente sì, ho ancora dentro il fuoco sacro. Vedremo perciò se sarà ancora il caso di continuare oppure deciderò di smettere. Sto studiando “Leisure and management” alla Supsi e in un futuro vorrei restare nel mondo dell’hockey. Adesso invece devo valutare alcune opportunità ma non ho deciso. Datemi ancora un paio di settimane…”.
A fine aprile ad Alessandro Chiesa scadrà il contratto con l’HC Lugano e non ha ancora deciso cosa farà.
Ne ha parlato ieri sera a Fuorigioco.
“Quest’anno l’allenatore mi ha ritagliato un ruolo su misura per me, con compiti prettamente difensivi. Fino allo scorso anno giocavo nelle prime due linee, quest’anno sono invece in terza. Ma va bene così, ho capito quello che devo fare e lo faccio senza problemi”.
Il tempo sul ghiaccio si è ridotto a 12 minuti e 25 secondi: non tantissimo.
“È in linea con il mio ruolo, normale che sia così: devo giocare in determinate situazioni e farmi trovare pronto e dare sempre il massimo”.
Da ormai due stagioni senza la C sul petto, Chiesa sembra aver assorbito bene il colpo.
“Per me non è cambiato tantissimo: mi piaceva essere il capitano e parlare con gli arbitri. Ma lo faccio ancora e il mio ruolo all’interno dello spogliatoio non è cambiato. Sono l’Alessandro di sempre”.
Sul futuro invece ci sono ancora mille incognite, anche se ormai sembra difficile che possa essere ancora a Lugano.
“Avrei voluto prendere una decisione durante le vacanze di Natale, ma poi ho preso il covid, in forma fortunatamente leggera e allora ho deciso di aspettare ancora un po’. Lo farò tra un paio di settimane, durante la pausa delle Olimpiadi”.
La voglia di giocare c’è ancora.
“Assolutamente sì, ho ancora dentro il fuoco sacro. Vedremo perciò se sarà ancora il caso di continuare oppure deciderò di smettere. Sto studiando “Leisure and management” alla Supsi e in un futuro vorrei restare nel mondo dell’hockey. Adesso invece devo valutare alcune opportunità ma non ho deciso. Datemi ancora un paio di settimane…”.