CALCIO: I CAMPIONI SVIZZERI SONO UN ESEMPIO PER RISULTATI E ORGANIZZAZIONE
L'ascesa dell'YB: da perdente a modello vincente
I gialloneri di Berna ormai sono una realtà consolidata: risultati e organizzazione al top
Pubblicato il 21.01.2021 14:26
di Silvano Pulga
Primo marzo 2017, Stade de Suisse: quarti di finale di Coppa svizzera. Lo Young Boys padrone di casa incontra il Winterthur, squadra coriacea, ma della serie inferiore, e con lo svantaggio ulteriore di giocare sul sintetico del Wankdorf. La partita s'indirizza sui giusti binari per i gialloneri, in vantaggio di due reti alla fine del primo tempo. Ma, nella ripresa, i Leoni si portano in parità nel giro di pochi minuti. La squadra di casa si sfalda, non segnerà più: e, ai rigori, un errore di Ravet dagli undici metri condannerà i bernesi all'eliminazione cocente. Negli spogliatoi, a fine partita, gli zurighesi diranno "Li guardavamo negli occhi: dovevano essere consapevoli che non vincevano nulla da decenni".
Questo era lo Young Boys, neppure tanto tanto tempo fa. Tanti investimenti della proprietà, tanto entusiasmo dei tifosi, e nessun titolo in bacheca dal 1987. Per avere un'idea, esisteva ancora l'Unione sovietica, oltre confine si utilizzava la Lira, e il Milan degli olandesi faceva capolino sulla scena calcistica. Oggi, i bernesi sono tutt'altro, e hanno sostituito il Basilea sul podio della miglior squadra svizzera. Non solo per la classifica, ma per l'organizzazione, il carisma, la capacità di attrarre giocatori interessanti, giovani e non.
La partita di ieri sera a Lugano è stata un esempio.
L'undici di Seoane che, qualche settimana fa, a Berna, era stato fermato sul pari dai ragazzi di Jacobacci, anche ieri, nella prima frazione, ha sofferto, pur mantenendo alti i ritmi e gettando sul campo i muscoli e la forza atletica del proprio centrocampo. Alla fine, però, hanno vinto soprattutto grazie alle proprie individualità. Il tocco di Fassnacht, in occasione del primo gol, è stato davvero pregevole, sia per il movimento dell'ex Thun, che ha bruciato la difesa bianconera, sia per la precisione della conclusione, che non ha dato scampo a Baumann, e che è stata tutt'altro che casuale.
E anche l'azione del secondo gol è nata da un'iniziativa personale di Elia Meschack, che ha pescato Nsame sul secondo palo, libero alle spalle della difesa del Lugano. Negli spogliatoi, Jacobacci ha fatto l'elenco dei giocatori gialloneri di spessore la cui azione era stata limitata dai suoi nella prima frazione: ed erano così tanti da far pensare che ci sarebbe voluta un'impresa per uscire dal campo con un risultato positivo. 
Certo, abbiamo pensato a lungo, sulla strada del ritorno, a quel tiro di Bottani, sullo 0-1 per gli ospiti: anche a noi, come per il mister, ci è sembrato impossibile che la rete non si sia gonfiata. Ma non è detto che sarebbe bastato quel gol, ai sottocenerini, per non uscire sconfitti. Domenica il Lugano sarà di scena a San Gallo: partita difficile, ma che ci dirà di più sulla stagione bianconera, e se davvero si potrà pensare a stare nella parte sinistra della classifica. Dal secondo posto in giù, ovviamente: perché, oggi, la differenza tra lo YB e il resto delle compagini di Super League è incolmabile, a meno di cataclismi imprevedibili. Pochi avrebbero potuto prevedere una situazione del genere quel primo marzo 2017: chi l'ha creata è stato davvero bravo. E non possiamo che complimentarci