CALCIO
Un nuovo presidente e un progetto ambizioso
Il Lugano ha presentato la nuova struttura societaria: sconosciuto ai più il nuovo presidente
Pubblicato il 26.01.2022 11:16
di L.S.
C’era molta attesa per la presentazione di questa mattina del FC Lugano: si doveva scoprire il presidente e il nuovo organigramma. E il progetto a lungo termine che dovrà portare il club bianconero a lottare per il titolo nei prossimi anni.
Alcune novità e tante conferme. E la sensazione di un lavoro serio, programmato e ambizioso.
La presentazione del CEO Martin Blaser è stata lunga e dettagliata. Tanti cambiamenti e tanta pazienza, in attesa del nuovo stadio.
Il nome del nuovo presidente è finalmente stato svelato.
Si tratta di Philippe Regazzoni, 52 anni, attinente di Balerna. Vive a Küsnacht, parla cinese e russo ma non italiano.
È attualmente il CEO dell’azienda Toa Re Europe a Zurigo.
Succede a Renzetti che aveva dato le dimissioni il 30 settembre del 2021.
Il CEO Blaser ha spiegato subito che il nuovo presidente non sarà molto presente (diciamo che a Lugano non ci sarà quasi mai) e che ovviamente non parlerà di temi legati allo sport ma darà il suo contributo di grande manager.
Un uomo che non è del territorio e che ha creato qualche dubbio anche tra i giornalisti presenti. Come reagirà invece il tifoso del Lugano?
È stato spiegato il trasferimento negli uffici del centro, il tema delle sponsorizzazioni future e delle fatture pagate regolarmente il 5 di ogni mese.
Blaser ha sottolineato che appena entrato in società il suo gruppo ha versato più di due milioni per fornitori, oneri, Iva, procuratori e affitti.
Insomma, niente più debiti. Un riferimento poco velato al presidente Renzetti?
Blaser ha anche parlato dell’Under 21, gestita quest’anno dal FC Lugano e che deve cercare la salvezza a tutti i costi. Per centrare l'obiettivo verrà acquistato qualche nuovo elemento (Durrer è già stato preso).
Un enorme punto di domanda invece per quanto riguarda il futuro del calcio femminile. L’impressione è che non ci sia voglia né interesse nell’investire nel calcio delle donne.
Per quanto riguarda invece la struttura della SA, oltre al presidente Regazzoni, ci saranno soltanto Blaser (vice presidente) e Georg Heitz (membro).
Una struttura, come spiegherà poi lo stesso Blaser, appositamente snella per prendere più velocemente le decisioni necessarie.
L'impressione, dopo il fiume di informazioni che sono state riversate, è quello di una società che sta cambiando letteralmente pelle. Che vuole togliersi quel "vestito" cantonale che ha fin qui contraddistinto la sua storia, per metterne uno più svizzero, addirittura internazionale.
Una sfida senza dubbio intrigante e che come ha detto lo stesso CEO, avrà bisogno di tempo. Ma la pazienza non sembra essere un problema: spesso Blaser ha usato la parola tranquillità in questa sua esposizione.
C'è la consapevolezza di essere davanti a un lungo, lunghissimo lavoro, per fortuna facilitato in questo abbrivio dai buoni risultati ottenuti dalla squadra di Croci-Torti.

Alla fine della presentazione di Blaser, Eugenio Jelmini, ex giornalista della RSI, ha condotto una mini tavola rotonda con lo stesso Blaser, Carlos Da Silva e il mister Croci-Torti.
Eccone un sunto.
 
MARTIN BLASER 
Martin Blaser, a che punto è il vostro progetto?
“Siamo dove abbiamo pensato di essere. Questi risultati della prima squadra forse non ce li aspettavamo e siamo sorpresi in maniera positiva. Questa classifica ci dà una certa tranquillità. Siamo comunque al 6-7 per cento di quello che vogliamo fare per cambiare questa società”.
Essere una nuova proprietà benestante significa incontrare più difficoltà nel trattare sul mercato, non solo sportivo?
“È possibile che sia così. Paghiamo le fatture ma non siamo una miniera d’oro. Quando spendiamo mille franchi a volte facciamo tre riunioni: non vogliamo buttar via i soldi”.
Per il girone di ritorno cosa si aspetta? Nell’andata avete racimolato ben 30 punti un record.
“Se pensiamo ai punti che abbiamo fatto, onestamente non ce li aspettavamo. Sappiamo che la trasformazione in atto comporta delle difficoltà e magari non saremo sempre così brillanti. Per noi la salvezza resta l’obiettivo primario. Poi c’è la Coppa svizzera: l’unico obiettivo è quello di vincerla. La cosa più importante per la squadra è continuare a vivere con grande serenità e noi siamo consapevoli che resteremo sempre tranquilli, qualsiasi cosa possa succedere. È una bella garanzia per tutti ed è importante per avere successo”.
Si aspettava così il Ticino?
“Onestamente non avevo grosse aspettative, conoscevo poco il Ticino. Venivo ogni tanto qui in vacanza, ma con il torneo di tennis che avevamo organizzato anni fa avevo capito che la sponsorizzazione in Svizzera interna aveva dei prezzi un po’ diversi. Però ovviamente parliamo di un cantone più piccolo e perciò bisogna capire le differenze. Per quanto riguarda la mentalità è giusto capirla e accettarla, ma le regole sono uguali per tutti, in ogni parte del mondo. Dal primo momento mi sono sentito subito ben accolto, in un modo amichevole e perciò ringrazio tutti”.
Il rapporto con Chicago com’è?
“Sono stato negli Stati Uniti soltanto una volta, il 10 novembre. Ho parlato con Joe Mansueto in un colloquio di 90 minuti. Lui segue molto il progetto, guarda tutte le partite. Ha riconfermato che venire in Ticino è una sua priorità e lo farà tra maggio e giugno quando il tempo sarà più bello”.
Sul nuovo presidente, non era forse necessaria una figura che potesse essere di riferimento per i tifosi?
“È importante capire che abbiamo una SA da una parte e dall’altra una Associazione. Per la SA siamo convinti che il nostro ristretto CdA le persone sono responsabili dal punto di vista finanziario e per i rapporti con il proprietario. Essendo snello, a tre persone, è tutto più facile. Per l’Associazione è invece molto importante un’organizzazione che rappresenta il territorio e credo che la struttura sia giusta. Dopo le dimissioni di Leonid Novosleskiy (attuale presidente dell’Associazione), che saranno ufficiali dal prossimo 30 giugno, vi garantisco che il nuovo comitato sarà soprattutto ticinese. E io per esempio non ci sarò”.
 
CARLOS DA SILVA 
Da Silva, come si è trovato a Lugano in questi primi mesi?
“Mi sono trovato subito molto bene, ho trovato un gruppo molto sano che mi ha dato una mano. Con il cambiamento della società c’è ancora tanto tempo da fare ma i risultati, come ha detto Blaser, ci danno una mano”.
Difficile fare mercato essendo “ricchi”?
“Noi paghiamo i valori che sono giusti. Li conosciamo, soprattutto i giocatori svizzeri sappiamo quanto valgono e se non va bene c’è una lista lunga di giocatori”.
Come va il mercato?
“Da agosto abbiamo fatto sette trasferimenti, tre in inverno. Vogliamo fare ancora qualcosa ma abbiamo bisogno di giocatori che aumentino la qualità della rosa. Non vogliamo spendere solo per spendere. Abbiamo tempo fino al 15 febbraio. Vediamo nei prossimi giorni cosa riusciremo a fare”.
L'obiettivo è ringiovanire la squadra?
“È un percorso che ha bisogno di mesi e anni. Ci vuole un mix perché con i giovani soltanto non si vince”.
Tema rinnovo contratti: a che punto siamo?
“Noi abbiamo fatto delle offerte corrette ed è anche diritto dei giocatori rifiutare. A quel punto vedremo cosa decideremo di fare. Noi stiamo già guardando il mercato per la prossima stagione. Ognuno è libero di decidere se accettare quello che abbiamo proposto. Nei prossimi giorni avremo maggior chiarezza. Abbiamo posto un termine e poi vedremo come muoverci”.
Non si poteva avere qualche giocatore in più prima di una partita così importante come quella di Thun (10 febbraio)?
“Se ci sarà la possibilità di fare qualcosa sul mercato lo faremo. Sono sempre in contatto con Mattia e vedremo se sarà il caso".
 
MATTIA CROCI-TORTI 
Croci-Torti, avete rinunciato al campo di allenamento all’estero (in Spagna). Rimpianti?
“No, per fortuna il tempo è sempre stato bello, il comune ci ha dato i campi e perciò abbiamo potuto allenarci come dovevamo fare. Andare in Spagna era troppo rischioso e perciò è giusto così”.
Pronti per sabato a Berna?
“Sì siamo pronti, anche se abbiamo avuto qualche problema col, covid, credo che tutti siano al meglio della forma. Ci faremo trovare pronti anche contro l’YB. I nuovi giocatori si sono integrati bene e tutti sono contenti di cosa hanno mostrato. Sono ragazzi che hanno fame e ambizione ehanno già apportato qualcosa al nostro spogliatoio”.
Lo Young Boys sembra in formissima in queste amichevoli: in cinque partite ha segnato 24 gol.
“Non sta a me commentare, visto che ne avevamo presi cinque nell’ultima partita. Non dobbiamo avere paura, andiamo a Berna con coraggio per cercare di portare a casa un risultato positivo. Lo hanno dimostrato a livello europeo quanto sono forti”.
Pressioni particolari dopo il bel girone di andata?
“Nessuna pressione perché abbiamo raggiunto la consapevolezza di una squadra che può giocarsela con tutti. Vogliamo che la gente sia orgogliosa di noi. Chi è andato via in questo periodo del mercato non aveva più piacere di stare qui e io sono contento di avere accolto altri giocatori. Proviamo a vincere tutte le partite. La Coppa Svizzera è un sogno, essere al Wankdorf per la finale è il vero obiettivo e faremo di tutto per arrivarci”.