Calcio
Se non spendi, non vinci
I bilanci delle società sono in profondo rosso, ma la crisi non ferma l'acquisto di nuovi giocatori
Pubblicato il 28.01.2022 11:05
di Angelo Lungo
I conti del calcio non tornano. Dirigenti come Marotta e Scaroni, nelle ultime ore, hanno lanciato un grido d'allarme. Invocano un aiuto da parte dello Stato, a causa dell'impatto negativo sul sistema della pandemia. Il flusso di cassa generato dalle entrate nello stadio sono fondamentali. La tendenza generale è nota: nonostante l'aumento dei ricavi, il costo dei giocatori, cartellino e ingaggio, cresce in maniera esponenziale. Luigi De Siervo, l'Amministratore delegato della Serie A, ha dichiarato che i calciatori, specie quelli che guadagnano maggiormente, dovrebbero rinunciare a una mensilità. Ha aggiunto che senza pubblico, anche con il ritorno delle coppe, il danno per le società è enorme. I club sono delle aziende particolari, nel mondo reale i loro numeri economici non sarebbero sostenibili.
Il sito “Transfermarkt” riporta dati, alquanto, indicativi. La differenza tra uscite e entrate, negli ultimi 10 anni, recita: l'Inter riporta meno 254 milioni, considerando che nella recente campagna acquisti ha ceduto Lukaku e Hakimi; il Milan meno 462 milioni; la Juve meno 407 milioni. L'Udinese è quella più virtuosa, ha conseguito un saldo positivo di 200 milioni. Ogni operazione, al di là dell'aspetto tecnico, è, quindi, da analizzare sotto l'aspetto finanziario.
Una simile situazione dovrebbe indurre all'austerità e a una stretta politica di contenimento dei costi, ma poi c'è il campo e i suoi verdetti. Paradossalmente: se non si è competitivi, se si manca la partecipazione alla Champions la criticità finanziaria peggiora.
La proprietà della Juve, nonostante l'iniezione di oltre 700 milioni nel trascorso quinquennio, di fronte al pericolo di non prendere parte alla massima rassegna continentale, ha rotto gli indugi: ecco l'acquisto di un nuovo e portentoso centravanti, operazione, che tra cartellino e salario, raggiunge in totale i 130 milioni.
L'Inter, alle prese con una situazione debitoria rilevante, ha investito più di 25 milioni per comprare un terzino, ottenendo condizioni favorevoli: il pagamento è dilazionato, avverrà tra 18 mesi, si tratta del famoso obbligo di riscatto
Il Milan, tra le grandi, sembra avere improntato una gestione basata sul risparmio: monte salari contenuto e acquisto di prospetti giovani. Si concede un'unica eccezione: Ibrahimovic.