Tutto mi sarei aspettato da questa incipiente primavera nuda
di foglie, ma non le cavallette. Il miracolo si è palesato durante il primo
viaggio del 2022, un cammino più domenicale che sabbatico attraverso Centovalli
e Vigezzo, la risalita della Val d’Ossola fino al Passo del Sempione e la
discesa verso il Vallese. In auto. Poi slalom nella terra di nessuno attorno al
Tourbillon, un bratwurst in pieno sole e il riscaldamento pre-partita. In quel
momento arrivano le cavallette, documentate anche dalla foto amatoriale: se ne
stanno nel recinto degli ospiti e fanno la figura allegra dei sacchi della
spazzatura di un qualche comune che vuole sfoderare la sua anima green. Un atto
di gentile identificazione con il loro amato club, il Grasshopper, una
discontinuità con l’abitudine di fare casino e invadere campi, da gioco.
Poi però, a saltare davvero, è Jan Bamert, difensore del
Sion e vallesano nel profondo, che raccoglie un cross salendo a due metri e
cinquanta con una testata nell’angolino. In quel momento, i tifosi sono già
rottamati, hanno mollato il sacco verde, non sono più cavallette ma talpe che
vorrebbero infilarsi sottoterra.
Ottima cosa. Va bene tutto, ma il maggio in gennaio proprio
no. Aspetto ancora metri cubi di neve e chissà che qualche frangia del tifo non
s’inventi costumi da pupazzi con carota al naso. Sarebbe il top, sulla strada
della speranza in un mondo meno arroventato.
(Nella foto Gene, i tifosi del GC al Tourbillon)