Calcio
"Dopo la riduzione della squalifica lo scudetto al Napoli"
Saverio Manfreda, il "miracolato" dei fattacci di Semine-Locarno, si racconta in esclusiva all'Eco dello Sport
Pubblicato il 07.02.2022 12:45
di Carlo Scolozzi
Brividi. Quelli cantati da Mahmood e Blanco sul palco dell'Ariston e quelli, di gioia, provati da Saverio Manfreda nel momento in cui saputo della riduzione della squalifica di 5 anni, nell'ambito dei fattacci di Semine-Locarno. Il diretto interessato si racconta in esclusiva all'Eco dello Sport.
Manfreda, era fiducioso?
"Sinceramente non molto. L'altro giorno ho visto un presidente Biancardi molto sulle sue e, considerato, l'andazzo, non mi ero fatto molte illusioni. Per fortuna i tre giudici hanno capito com'è andata veramente e hanno ascoltato gli esempi analoghi puniti con pene minori che abbiamo snocciolato io e gli altri giocatori".
Biancardi, comunque, l'ha delusa.
"Era prevenuto e non lo si poteva smuovere da questa sua posizione. Gliel'ho detto e l'ho ripetuto anche ai giudici, davvero disponibili. Spiace perché qualcuno ci aveva etichettato come i criminali che non siamo e sparato sentenze senza averci ascoltati".
Avrebbe firmato per...
"Beh, nella mia testa mi ero detto che avrebbero ridotto per forza la pena e speravo in una condanna di due anni senza calcio".
Invece, la bella notizia: solo 18 mesi.
"Ho temuto di aver smesso per sempre col pallone. Calcisticamente ero morto, ma sono rinato. La gioia è quindi tanta. Non parlerei di miracolo, perché è giusto così. Ora c'è da rimettersi sotto per riprendere il ritmo in vista del marzo 2023. Ho infatti messo su qualche chiletto di troppo nel frattempo".
Ricomincerà da dove ha lasciato, ossia dal Locarno?
"Due anni fermo sono comunque tanti, non so se potrò ripartire ancora con questa maglia. Ora potrei almeno allenarmi con loro, ma per questioni mie personali e relativi orari sarebbe complicato. Non potrò certo presenziare a tutti gli allenamenti delle bianche casacche, magari potrei sostenerne qualcuno. Staremo a vedere dove, comunque è sicuro che ricomincerò a giocare a pallone. Adesso cercherò inoltre di ritagliarmi almeno il tempo per andare a correre da solo".
Era rimasto proprio fermo?
"Onestamente, in questo periodo ho fatto poco o niente, praticamente nulla, giusto un paio di corsette. Ho due negozi di abbigliamento, uno a Lugano e uno a Locarno (Mon frère) e considerati i rimi del mio lavoro mi è veramente difficile allenarmi, anche da solo".
Ora, come diceva, ritroverà il tempo da dedicare al pallone.
"Di sicuro. Con la squalifica di cinque anni era difficile trovare le motivazioni, ma adesso invece è diverso. Oggi infatti so che manca un anno al rientro e devo per forza mettermi sotto".
Ha in ogni caso seguito le partite.
"Ho assistito a quasi tutti i match del Locarno e sono anche andato al campo a salutare i miei compagni. Poi capitava di vedere gare di Quinta con gli amici. Sapere di non potere entrare su quel rettangolo verde era però durissimo. Tutta questa vicenda mi ha insegnato tanto. All'inizio l'ho vissuta veramente male, poi col tempo la ferita si è rimarginata, nonostante facesse ancora male. Pensavo a quel che era successo e mi dicevo che se quella volta avessi ragionato e avessi tirato dritto... Ma imparerò dai miei sbagli".
Per lei sarebbe un 2022 perfetto se...
"Se il mio Napoli vincesse lo scudetto, anche se è difficile, in quanto l'Inter ha ancora una marcia in più".
A risentirci Manfreda.
"Speriamo in occasione di qualcosa di positivo stavolta".