Calcio
Playoff alla danese per la Super League
Il modello potrebbe essere la Superligaen, alla quale sono iscritte 12 squadre
Pubblicato il 09.02.2022 11:09
di Silvano Pulga
Si parla, da parecchio, della necessità di importare nel calcio, dagli USA (e non solo) diverse novità. Una di queste, considerata da molti salvifica (ma se ne dovrebbe parlare, ovviamente), è il tetto salariale (salary cap in inglese), che potrebbe servire a limitare le spese e, perché no, a togliere potere ai procuratori, che qualcuno ormai paragona al secentesco “Diaul” che abitava, nei secoli scorsi, nei sogni dei contadini delle valli del Sopraceneri e della Lombardia. Tuttavia, al di là di questo, in diversi casi si è parlato anche dei play-off i quali, del resto, sono stati adottati anche in Europa in parecchi sport da decenni, in moltissimi Paesi.
La Pedata, però, resiste. Certo, le spinte sono tante. Se è vero che in Svizzera, con sole 10 partecipanti ai campionati professionistici, questa formula avrebbe attualmente poco senso, in Italia invece viene vista con curiosità da qualcuno, soprattutto nell’ambiente televisivo. Ogni novità che possa allungare il brodo, del resto, viene accolta favorevolmente; non solo, potrebbe essere la compensazione alla riduzione delle compagini iscritte alla massima serie del campionato, altro dibattito aperto oltre confine da anni. La formula attuale, infatti, garantisce 38 giornate. Tuttavia, in certi momenti della stagione, anche molto lontani dal termine del torneo, ci sono incontri che non hanno più alcun interesse di classifica. Questa cosa, ovviamente, crea disaffezione e disinteresse, due sostantivi che non fanno rima con abbonamenti alla pay tv e vendita dei tagliandi d'ingresso al botteghino.
Perché quindi, si chiede qualcuno, non compensare una riduzione delle squadre partecipanti con l'introduzione dei play-off? In fondo (perlomeno in Italia) avviene già, in Serie B e nelle categorie inferiori. Si potrebbe farlo anche nel massimo torneo nazionale? E, restando in Svizzera, perché non cambiare l'attuale formula della Super League (argomento peraltro sul tavolo da anni, come sappiamo), allargandola a 12 squadre (o 14) e introducendo questa novità? 
Andiamo quindi a vedere le formule introdotte nella vicina Penisola. Salta subito all'occhio una cosa: i play-off, in Serie B, riguardano solo il terzo posto. Chi arriva primo o secondo ottiene la promozione diretta. Anche in serie C la prima classificata accede direttamente alla categoria superiore. Stesso dicasi per le retrocessioni. Bene, prendiamo atto. E pensiamo: qualcuno immagina seriamente cosa succederebbe se venisse approvata una soluzione del genere nella National League? Perché dovrebbe funzionare nella Pedata? Impensabili anche serie di 7 partite, o 5: 3 sarebbero già troppe. E non è una coincidenza che, per decenni, sia sopravvissuta la regola del gol in trasferta come elemento per decidere i doppi scontri nelle varie competizioni, in caso di parità complessiva nel punteggio.
La realtà è che, almeno secondo noi, il calcio non è fatto per questa opzione. Va bene, mettiamo i play-off, ma la prima arrivata non si tocca. La partita secca? Non scherziamo: emozioni e litri di andrenalina, ma ha senso nei grandi tornei per le squadre nazionali, o per una finale di un torneo a eliminazione diretta. Esiste infatti un pregiudizio culturale (che condividiamo, ma è solo un'opinione), da parte degli appassionati, volto a privilegiare la regolarità del cammino nel corso di una stagione. Non è pensabile, per un tifoso, che una squadra (non necessariamente la propria, tra l'altro), al termine di una cavalcata in testa, conclusa magari con diverse lunghezze di vantaggio, possa perdere il titolo dopo essere stata sconfitta, magari ai rigori, dalla quarta in graduatoria, giunta staccata di 20 lunghezze al termine della prima parte del campionato. Intendiamoci: nell'hockey potrebbe accadere. Ma qua è la durata della serie a venire in soccorso, permettendo alla squadra favorita, arrivata davanti in classifica nella prima parte, che dovesse sbagliare una partita (o anche due), di far eventualmente valere la propria superiorità. Non solo: la gestione della stagione è fatta tenendo conto dei play-off, con tutto ciò che ne consegue. Il calcio ha partite più lunghe, con diversi tempi di recupero per gli atleti, i quali (tra le altre cose) non possono fruire delle sostituzioni temporanee. È lo sport stesso che, a nostro parere, non si presta a questa formula.
Quindi? Non esistono soluzioni alternative praticabili al tradizionale girone all’italiana? Secondo noi ce n'è una che potrebbe funzionare, soprattutto per la Super League elvetica: quella adottata nel massimo campionato danese. 
Alla Superligaen sono iscritte 12 squadre. Nella prima fase, la competizione è strutturata col classico girone andata/ritorno: le compagini si affrontano in casa e in trasferta, il che significa 22 partite ciascuna, con un totale di 264 incontri. Le prime 6 classificate accedono alla seconda parte, in un girone dal quale uscirà la vincitrice, mentre le rimanenti ne disputeranno un altro, sempre con 6 partecipanti, che determinerà invece le retrocessioni (che saranno 2). Per chiudere, c’è il barrage tra la prima del secondo gruppo (settima quindi nella classifica generale) e la quarta del primo (e di conseguenza della graduatoria complessiva), per l'accesso ai preliminari di Conference League.
In questi mini tornei da 6 squadre, ognuna delle partecipanti affronta le altre 5 per 2 volte, in casa e trasferta. Tuttavia, i punti ottenuti in questa fase verranno aggiunti a quelli totalizzati nella prima, salvaguardando così la regolarità ottenuta nella fase a 12. Stesso discorso con il gironcino per la retrocessione. In questo modo, ci sarà un mini campionato tra le più forti, che potrebbe magari essere decisivo se le distanze dovessero essere minime, anche per l'assegnazione dei posti nelle Coppe europee, ma dove la prima parte a 12 avrà un peso importante. Non solo: il numero di partite complessive sarebbe sicuramente appetibile anche per le televisioni, oltre a rendere interessanti sino in fondo le sfide di media classifica, durante la stagione regolare. 
Chiaramente, non abbiamo la pretesa di affermare che possa essere la soluzione ideale. Però, che sia quella che ci piace di più, senz'altro sì.