Calcio
Il Sarri bancocomunista
C’è un bancario proletario che si lamenta spesso, si chiama Maurizio e fa l’allenatore della Lazio
Pubblicato il 09.02.2022 12:02
di Giorgio Genetelli
 
Cronache dall’asilo, o scuola materna, o dell’infanzia, ma con un dubbio che siano invece Cronache Zapatiste. Proviamo a ragionare. C’è un bancario proletario che si lamenta spesso, si chiama Sarri Maurizio e fa l’allenatore della Lazio. Stavolta è per i sorteggi di Coppa Italia, ma è solo l’ultima dolenza di un quaderno grosso come un faldone e che non ripercorriamo qui in questo spazio angusto.
Sarri ha tuonato una cosa del tipo: Una delle competizioni più antisportive, i sorteggi sono pilotati per offrire la diretta televisiva alle solite squadre. La sua squadra gioca stasera un quarto di finale contro il Milan, in diretta tv. Dunque? Che una delle solite sia la sua? O che abbia visto male il Ticino7? Oppure c’è una visione più nobile?
Ripercorriamo un po’ di vita, per capire. Sarri lavora in banca e va alle Feste dell’Unità e, come a Jannacci tra musica e medicina, da una parte gli dicono comunistone e dall’altra gli ribattono capitalistaccio. Dapprima ci ride su, ma essendo permaloso, dopo un po’ manda tutti a quel paese e molla tutto per fare l’allenatore di calcio. Con ottimi risultati e le solite piazzate contro un qualche Sistema. Per farla a lui e solo a lui, varano pure il divieto di fumare in panchina e da allora, con un mozzicone spento, porta avanti la sua carriera con onore e stizza. Per dire degli impulsi, in un momento alto di incazzatura dà del coso all’aristocratico Mancini, in un altro declama la sua impossibilità di amare la Juventus. E impreca da toscano alla minima contrarietà. Ma è bravo e nessuno più lo prende in giro per gli ossimori.
Eccoci quindi all’ultima, ma non certo l’ultima, puntata dell’Asilo, quella dei sorteggi di Coppa Italia, che sembrerebbe una sua confusione, ma… ma... E se invece fosse una difesa di tutte le altre squadre minori che si scannano al buio prima che entrino in scena le big? E se fosse il proletario che ancora lo abita a prendere le difese degli ultimi, anche a scapito della sua posizione di allenatore delle grandi squadre?
In banca non ci credono, ma le decadenti Feste dell’Unità sì e lo rivalutano, appendendone l’effigie di fianco a quella del Che. E si guarderanno tutti quanti la diretta cercando di scrutare in Sarri tracce di Dividendi o Soli dell’Avvenir.