Calcio
"Rivedo lo spirito del Bellinzona finalista nel 2008"
Il direttore generale dell'Yverdon Marco Degennaro analizza l'exploit dell'Yverdon in Coppa Svizzera
Pubblicato il 09.02.2022 17:22
di Giacomo Notari e Carlo Scolozzi
Se c'è un dirigente appassionato e cordiale, quello è Marco Degennaro. Nella sua avventura in Svizzera si è specializzato inoltre nel ruolo di uomo di Coppa. Con Bellinzona, Sion e Yverdon, infatti, ha dimostrato di avere un certo feeling con la manifestazione che affianca il campionato. Dopo avere eliminato addirittura lo Zurigo, ieri è toccato al Losanna cadere per 1-0 sotto i colpi della squadra di Mister Uli Forte. 
Cosa prova dopo una partita simile?
"È una bella impresa, perché giochi contro una squadra di categoria superiore. L'avevamo già fatta contro lo Zurigo, sembrava un unicum e invece ci siamo ripetuti grazie a una buona gara, nel primo tempo ottima. Nel secondo abbiamo invece difeso il vantaggio, ma il calcio è anche questo".
Non avete avuto bisogno neanche di fare più di quel tanto per vincere, perché il Losanna non vi ha aggrediti.
"L'avversario era sicuramente in difficoltà, lo avevamo già visto in campionato. Purtroppo per loro non è un momento facile, sono cose che capitano all'interno di un club. Sono i nostri cugini, sapranno superare le difficoltà. Oggi abbiamo approfittato dei loro problemi e della loro situazione. C'è infatti stato un cambio di allenatore, ma chi è arrivato non può avere la bacchetta magica. 
Il vostro stadio, inoltre, è un fortino.
"Qui è difficile batterci".
Chi vorrebbe incrociare, idealmente, nel prossimo turno di Coppa?
"Adesso vediamo come vanno le altre sfide e chi passa, sarebbello giocarne un'altra in casa".
Anche in campionato state andando alla grande, siete a sei punti dal primo posto.
"Il nostro obbiettivo, quando siamo partiti, era salvarci quindi oggi diciamo che abbiamo fatto un grosso lavoro, che ci consente di pianificare anche il futuro".
Potete giocare anche con più serenità.
"Certo e vedere così quanto valiamo veramente".
Ci sono stati degli innesti durante l'inverno.
"Mi sembrano bravi. Mi è piaciuto molto Beyer. Sauthier lo conosciamo, quindi è inutile parlare di un esperto di questo campionato".
È fiero di questi ragazzi, insomma.
"Assolutamente. Hanno fatto un gran lavoro, il Mister l'ha preparata benissimo. Siamo contenti che poi il risultato sia questo".
Ancora a proposito dell'exploit di Coppa, rivede la cavalcata del suo Bellinzona nel 2008?
"Non ancora, in questo caso ci manca infatti uno step, ossia il raggiungimento della finale. Sicuramente questa dell'Yverdon è una bella storia, non dimentichiamoci che nelle prime cinque partite di Challenge League avevamo raccolto solo un punto, che abbiamo cambiato 10-12 giocatori e strutturato il club. Quando raccogli questi frutti sei felice".
Questo Yverdon assomiglia a quel Bellinzona che perse solo in finale col Basilea per 4-1?
"Questo gruppo è molto compatto, concentrato, unito, come quello granata dell'epoca. Le due squadre hanno in comune lo spirito, la voglia e la determinazione, tre caratteristiche che trainano il gruppo".
Si ricorda la mitica maglia rosa?
"Come potrei dimenticarla? Nacque da un'idea dell'allora presidente Manuele Morelli. A noi sembrò qualcosa di strano, ma pensavano di doverla utilizzarla solo per qualche turno di Coppa e che poi sarebbe finita nel dimenticatoio. Invece arrivammo addirittura in finale e, ahimé, ce la ricordiamo ancora".
Un flash di quell'avventura?
"Il muro rosa dei tifosi granata all'uscita del tunnel del San Giacomo. Non lo dimenticherò mai".