SCI
Lara, il segreto delle capanne di Toblerone
La Gut ha vinto oggi l'oro nel Super G di Pechino: una predestinata dal grande carattere
Pubblicato il 11.02.2022 09:19
di Giorgio Keller
Pubblicità proibita ai Giochi Olimpici, dunque niente Ragusa sul casco di Lara Gut-Behrami. Ma la sua carriera cominciò dai Toblerone.
Già diversi anni fa i media svizzero tedeschi scrivevano dello “Skiwunder” Gut, cioè di questo miracolo sugli sci. Una storia che ha avuto il suo inizio non propriamente convenzionale a 3200 metri di altezza sul ghiacciaio del Gries, zona passo della Nufenen. Un po’ per volta, ripercorrendo gli ultimi vent’anni, ecco i suoi primi tentativi su sci di plastica, la sua vittoria nella gara di sci per bambini più famosa del mondo, la sua incoronazione come campionessa argentina e la sua vittoria a 15 anni ai campionati svizzeri. Un cerchio che dopo vittorie in Coppa del Mondo e ai Mondiali si chiude con l’oro olimpico.
Ore 9 di un giorno marzo 2007, giorno del Super-G ai campionati svizzeri al parterre della Piste de l'Ours a Veysonnaz, sopra Sion. Le migliori atlete a testa bassa. Ma che cosa sta succedendo? Gara annullata? No, è già finita! Anticipata all'alba a causa del maltempo. E chi ha vinto? "Lei!" - "Lei" chi? C'era una ragazza in mezzo alle stelline di Swiss Ski con una tuta logora a punti blu e neri della nazionale spagnola di sci. Era Lara Gut. Indossando la tuta di riserva della sua collega di allenamento Jose Maria Rienda Contreras, allora un’affermata presenza in Coppa del mondo, “lei”, la 15enne battè tutte le altre alla sua prima gara di campionato svizzero vincendo il titolo davanti a Fabienne Suter e all'argento olimpico Martina Schild.
Era così ovunque apparisse Lara Gut in quella stagione 2006/07. Prima di allora, non le era concesso di competere in nessuna gara FIS, il limite essendo fissato a 15 anni. Al Trofeo Topolino in Italia, la gara di sci per bambini più famosa al mondo per ragazzi dagli 11 ai 14 anni, si era già fatta vedere con una vittoria. Ma questo non destò notizia in Svizzera. Anche perché essendo Lara Gut ticinese, passava inosservata sotto il radar dei media della Svizzera tedesca, guadagnandosi qualche citazione su quelli ticinesi. Quasi nessuno stava accorgendosi che cos’era sul nascere al traguardo di quella pista dell’orso dove un’adolescente spensierata stava per scuotere il mondo dello sci. Eppure due icone dello sci erano già cresciute davanti a casa sua, sui pendii dell'Alpe Pesciüm di Airolo - Michela Figini e Doris de Agostini.
Doris de Agostini andò a scuola con il padre di Lara, Pauli. Un giorno Doris dirà di aver notato Pauli meno per le sue capacità sciistiche che per il suo talento artistico: "Aveva un talento straordinario nel disegno. Ha dipinto quadri brillanti".
Il percorso di Pauli Gut prese più la direzione dell'arte che dello sport. "Sono andato", racconta, "all'accademia d'arte di Milano e poi mi sono formato come insegnante". Ha trovato lavoro a Lugano, si è trasferito da Airolo a Comano e ha incontrato la futura moglie Gabriella, un'insegnante di sport del Giura con radici italiane, padre bresciano, madre del Liechtenstein; ed è per questo che Lara, nata nel 1991, ha anche la nazionalità italiana e del Liechtenstein, nazione questa per la quale oggi gareggia il fratello Ian.
Un giorno nacque anche il miracolo sciistico Lara Gut. E quando a due anni Lara ricevette dalla zia degli sci di plastica, fu inarrestabile, “andiamo subito a provarli”: prima in giardino, poi sulla neve. Aveva un istinto naturale per questa attrezzatura e un impulso irresistibile a muoversi. "Non ha fatto un'ora di scuola di sci", ricorda mamma Gabriella, "ha fatto istintivamente tutto bene".
"Avevamo molto tempo libero durante l’estate, dato che eravamo entrambi insegnanti", racconta Pauli Gut. Airolo, dove papà Pauli aveva lavorato come falegname nell'azienda dei suoi genitori con il suo amico d'infanzia Mauro Pini, divenne il campo base e Pini divenne poi il co-allenatore. "Principalmente", dice Gut, "l'abbiamo fatto per divertimento, perché a Lara piaceva". Doris de Agostini disse un giorno a Richard Hegglin, il decano tra i giornalisti elvetici dello sci, che non si ricorda di aver riconosciuto lo straordinario talento di Lara all'epoca: "Sciava molto bene, ma l'ho vista troppo poco. La maggior parte del tempo i Gut stavano nelle loro capanne di “Toblerone” sul ghiacciaio di Gries".
Papà Gut narra il segreto di queste capanne Toblerone, così chiamate per il tetto a punta un po’ come il “lunghino” di cioccolata: "Eravamo a 3200 metri. Li ho costruiti insieme a mio padre. Passammo molto tempo su quel ghiacciaio. Una volta fummo lassù per dieci giorni di fila, solo Lara ed io – a sciare”. Quello che una volta era uno sgangherato furgoncino VW per i Kostelic, era la capanna Toblerone dei Gut - un ostello di un tipo un po’ diverso. E un po’ come quella di Lara, la lista dei successi di Ivica e Janica Kostelic è lunghissima.
E così il divertimento sulla neve del ghiacciaio e sotto il tettuccio di legno si trasformò gradualmente in sport da competizione. E non appena Lara aveva 15 anni, ha iniziato a gareggiare nelle gare FIS. La prima occasione giunse a Las Leñas, in Argentina, dove Lara si piazza seconda alla prima gara e tre giorni dopo diventa campionessa argentina - e vince quel titolo di Veysonnaz alla fine dell’inverno. In quella sua prima stagione prese parte a ben 46 gare, compresi i Mondiali juniori dove mancò il titolo per sette centesimi di secondo, battuta da Tina Weirather del Liechtenstein, sua ex compagna nella squadra elvetica e che oggi sedeva in cabina di commento della televisione svizzero tedesca.
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