Alessandro
Grigoletto, manager che da una vita incontriamo negli stadi ticinesi e non
solo, conosce benissimo la realtà della vicina Penisola.
Nessuno meglio di
lui ci può inquadrare la trattativa Lungoyi-Monzialo sull’asse Lugano-Juventus
avvenuta negli scorsi giorni.
Alessandro,
sorpreso da questo acquisto fatto dalla Juventus?
“Realmente no,
anche perché la Juventus fa spesso questo tipo di operazioni. Ha individuato in
Lungoyi un ragazzo interessante e ha deciso di fargli un contratto. Avrebbe
potuto tenerlo con la Under 23 ma probabilmente ha valutato che la Super League
è molto più interessante della Serie C italiana”.
La Juventus sta
facendo molti affari con il Lugano.
“È comprensibile per
diversi motivi. In primo luogo perché a Torino lavora Giovanni Manna, che con
il Lugano è restato in ottimi rapporti.
Inoltre il calcio svizzero in questi anni ha fatto grandi progressi e gli addetti
ai lavori ormai lo osservano con grande interesse. Lugano è vicino a Torino e
anche per la Juve è più facile tenere sotto controllo il giocatore. Oltretutto
in questi ultimi anni, grazie anche al presidente Renzetti, il Lugano è
diventato un bel biglietto da visita”.
Dei tanti
giocatori che hanno fatto il tragitto Torino-Lugano, nessuno è però mai esploso
veramente.
“Esplodere nel
calcio non è facile, ci sono giocatori che restano nell’orbita Juve per tanti
anni. Io per esempio ho seguito Pasquato per molto tempo e la Juve lo ha tenuto
sotto contratto a lungo, girandolo a tanti squadre in prestito. A volte i
giovani vanno aspettati e la Juve, anche se sa che pochi potranno giocare nella
prima squadra, ha interesse a piazzare questi ragazzi in altre società per
garantirsi dei buoni rapporti con gli altri club”.
Il Lugano invece
che interesse può avere?
“Avere un partner
come la Juventus è sempre interessante. Quando la Juventus ha bisogno di
piazzare un giocatore extracomunitario vede nel Lugano un partner affidabile per
farlo. E in questo tipo di operazioni ci guadagnano entrambe. La Juve che non
perde il giocatore, il Lugano che può sfruttarne le qualità gratuitamente. E
poi forse ci sono anche dei numeri di bilancio da mettere a posto, cose che
ormai fanno da sempre tutte le grandi società”.
Per il Lugano è
anche positivo a livello di immagine poter lavorare con la Juve, vero?
“Senza dubbio.
Una volta Lugano era conosciuto soltanto per il casinò, ora invece si ricordano
di Zeman, delle partecipazioni in Europa League e di Alioski in Premier League.
Le cose sono decisamente cambiate”.
Cosa ne pensi di Lungoyi?
“È un ragazzo
molto interessante. Pensa che io e Pablo Bentancur lo avevamo già visto nel
2017 quando giocava nel Servette, prima che si trasferisse al Porto. Ci era
piaciuto moltissimo tanto che Pablo avrebbe voluto prenderlo subito”.
A Lugano invece
arriva a titolo definitivo Monzialo.
“È un altro buon
giocatore, ma ancora uno scalino sotto Lungoyi per quello che ho visto finora.
La Juve lo ha ceduto al Lugano ma credo che continuerà a tenere un occhio vigile
sul giocatore, a volte quello che meno ti aspetti può esplodere da un momento
all’altro”.
E sulle cifre che
circolano in Italia? 3,5 milioni per Lungoyi, 2,5 milioni per Monzialo.
“Sono cifre che
non mi stupiscono affatto. Quando c’è di mezzo un club come la Juventus è normale
parlare di questi importi”.