Olimpiadi
Il senso della vita di Marco e Lara
Due atleti ticinesi che stupiscono il mondo
Pubblicato il 12.02.2022 11:13
di Angelo Lungo
La Svizzera è la somma e la sintesi dei cantoni, la sua storia è la somma e sintesi delle singole storie cantonali. Ecco il Canton Ticino con il suo essere particolare, preesistente e prioritario. Una sorta di “doppia periferia” con due frontiere: quella politica al sud (che la separa dall'Italia); quella culturale al nord (rappresentata dalla differenza linguistica rispetto al resto della Svizzera). Una regione che è una terra di passaggio, confrontata con una serie di influenze molto diverse tra di loro. Capace di introiettare o respingere le tendenze che riceve. Esalta la sua peculiarità ma non rimane estranea ai cambiamenti.
La “storia” è un processo inarrestabile, un flusso continuo. Sembra poco comprensibile, eppure può essere maestra di vita. Non esiste un racconto alto o basso. Non ci sono prescelti, ma tutti possono diventare protagonisti: il popolo; la gente comune. Persone che agiscono, che non intendono fermarsi davanti a niente.
Lo sport diventa bellezza quando narra, senza filtri, senza interpretazioni.
Olimpiadi invernali: il Canton Ticino ha deciso di esserci, in tedesco “dasein”. Lo ha fatto attraverso due suoi rappresentanti. Il poeta direbbe che ci hanno proposto “la polvere” e “l'altare”. Gesti, parole, prestazioni che mostrano l'umano: che vive, pulsa ed emoziona. E diventa un'icona. Riporta una concezione del mondo, i tedeschi parlano di “weltanschauung”.
Ha cominciato Marco Tadé. Non si è sentito all'altezza. Voleva andare oltre. Varcare la soglia. Non ci è riuscito. E ha manifestato la sua delusione, senza frontiere, in maniera spontanea nell'espressione ma raffinata nel contenuto. Ha vinto la sua medaglia: quella dell'etica, perché la persona ha sovrastato l'atleta.
E poi è arrivata Lara Gut. La campionessa che ha dato il senso dell'epica alla sua carriera. Il talento che deve essere ammantato di sacrificio, applicazione e abnegazione. La forza di chi deve resistere a pressioni e confermare le sue potenzialità. Le aspettative possono essere pastoie, ostacoli che diventano insormontabili, se non domate.
Marco e Lara sono partiti dallo zero perché volevano raggiungere l'infinito. Lo hanno raggiunto? Poco importa. Sono stati se stessi, espressione di una frontiera: quella che non smette mai di sognare.