Sci
La leggiadria di Corinne
La Suter dipinge cose sinuose, bacia le porte, sembra perfino sorridere mentre viaggia a cento all’ora
Pubblicato il 15.02.2022 10:06
di Giorgio Genetelli
Le quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare. Anche perché Guccini si è ritirato a trombonare a Pavana, ma di più per la discesa olimpica delle ragazze eccezionali. Lo confesso, mi sono alzato per Sofia Goggia, con sentimento ambivalente: ammirazione totale per com’è fatta, pressione perché vinca una svizzera. Non faccio conto su Lara, l’oro nel Super-G l’ha scaricata e scenderà, lo so, come una turista con la sciarpina sul volto.
Calando di una tacca, quando c’è sedimento non c’è mai pentimento, nel senso che mi calmo e guardo la neve che scende oltre la veranda. Sono acclimatato. Curtoni che regge, le sorelle Delago che si appressano, le austriache che bucano, le altre solo ancelle oltre il podio.
Poi scende Goggia che fino a qualche giorno fa era ancora sfasciata. Io non lo so come fa, ma per parte mia sono in apnea col terrore che cada ancora e invece spazza via la pista cinese, la Roc di Russi, come un tornado e al traguardo caccia un urlo belluino che mi fa rizzare i capelli. Primissima e podio tutto azzurro. Che spettacolo. Già mi leggo in anticipo la Gazza di domani, tutti grandi sciatori e…sport invernali, con tipi che discutono per un anno di calciomercato e fuorigioco e saltano sul carro rischiando Fantozzi sull’auto del Calboni.
Poi parte Corinne Suter e sembra sempre indietro a ogni intermedio, col Giannoni che ne sottolinea tutte le possibili sbavature, anche quelle immaginarie, e la mia voglia di bestemmiare aumenta. Ma la vedo, Corinne, così leggiadra che appena prima Goggia sembrava Roy Keane su Haaland padre. Corinne dipinge cose sinuose, bacia le porte, sembra perfino sorridere mentre viaggia a cento all’ora, taglia la linea finale e con lo stesso sorriso spinge la giornata oltre la pagina quaranta della Gazza, verso la gloria dorata dei cerchi magici.
Spariscono angosce e voglie profane, resta il vino. Prosit.