CALCIO
"Sogno di giocare nel nuovo nuovo stadio. Contratto? Siamo vicini..."
Jonathan Sabbatini, capitano del Lugano, parla del momento della squadra e della sua situazione
Pubblicato il 16.02.2022 04:53
di L.S.
Un occhio al presente e uno al futuro.
Con un po’ di amaro in bocca per il recente passato, la sconfitta di domenica a Zurigo.
Jonathan Sabbatini (33 anni), capitano e leader di questo Lugano, sa farsi valere anche quando deve esprimere i suoi concetti, da uomo maturo che ama questi colori.
Jonathan, con lo Zurigo si poteva fare di più?
“Era una bella occasione per dare fastidio a chi ci sta davanti e dimostrare che ci siamo anche noi. Sappiamo che non siamo ancora attrezzati per vincere il campionato, che ci manca qualcosa, ma nel contempo siamo convinti di non essere così lontani dalle prime. Nonostante i risultati negli scontri diretti finora ci abbiano penalizzato”.
Si parla tanto di quel rigore fallito da Ziegler.
“Sono cose che possono accadere, non bisogna farne un dramma. È vero, cifre alla mano abbiamo un rapporto un po’ complicato con i tiri dagli undici metri. Il motivo? Non lo so, forse perché cambiamo troppo spesso rigorista. Vedo che altre squadre non lo fanno. Brecher, portiere dello Zurigo, ha comunque effettuato una bella parata sul tiro di Ziegler”.
Qualcuno dice che dovrebbero essere gli attaccanti a tirare i rigori: d’accordo?
“In linea di massima sì, anche perché per loro un gol, ancorché su rigore, è comunque importante. Sia a livello statistico che di fiducia. Un attaccante vuol segnare in qualsiasi modo e anche un rigore può avere un certo peso”.
A proposito di attaccanti e gol: non siete una squadra che segna tantissimo.
“Credo sia un po’ nel nostro dna. Sembriamo più una squadra italiana, giochiamo in modo diverso rispetto ad altre formazioni del nostro campionato. E anche i nostri attaccanti fanno forse un po’ più fatica a trovare la via della porta. In questi anni, a parte Sadiku, Junior e Alioski, che visse alcuni mesi incredibili, i nostri attaccanti non sono mai riusciti a segnare tantissimi gol. Anche Janko, che fu criticatissimo, soffrì un po’ per colpe non sue”.
Tornando ai rigori: una volta anche Sabbatini li tirava, no?
“Sì, poi quando è arrivato Maric li ha tirati lui. Fu una scelta di Celestini mi pare, non ricordo con esattezza. Certo, tutti vogliono tirare rigori o punizioni, ma alla fine Maric è un ottimo rigorista e anche se all’inizio rimasi un po’ dispiaciuto di non poterli tirare, non ne feci un dramma”.
Rigori tirati ma anche subìti: un paio di sue trattenute in area sono costate caro. Se le ricorda?
“Certo. In casa contro l’YB era rigore. Ho sbagliato e non ho niente da dire. Giovedì contro il Thun invece non ho fatto nulla. Pensavo che avesse fischiato il fallo di Daprelà, non il mio. Invece poi mi ha ammonito. Strano…”.
Con lo Zurigo sui corner non era più in area a difendere o sbaglio?
“Sì, è così. Ho parlato col mister e abbiamo pensato che fosse meglio che restassi al limite dell’area. In dieci anni mi hanno fischiato quattro rigori contro. Tutti quest’anno. Non credo sia un caso”.
Da cosa dipende?
“Senza dubbio dal VAR. Quando l’arbitro va al VAR poi trova sempre una piccola trattenuta. Fa parte del gioco”.
Torniamo alla squadra: quarti in campionato, semifinale di Coppa. E adesso?
“Ci tenevamo tanto a passare il turno ma adesso bisogna pensare al campionato: per la Coppa ci sarà tempo. Sono convinto che il terzo posto sia abbordabile. Il Basilea è a quattro punti e abbiamo tutti i mezzi per raggiungerlo. È vero che negli scontri diretti siamo in difficoltà, ma spesso abbiamo perso per episodi”.
Si dice anche che il Lugano sia una squadra vecchia.
“Mi hanno detto che qualcuno ci ha addirittura paragonato a una casa anziani. Ognuno ha la sua opinione, che ovviamente rispetto, ma questi “vecchietti” sono ancora in forma e stanno facendo risultati. Oltretutto io vedo che gente come Ziegler e Maric, che è appena uscito dal covid, che sono esempi di grande professionalità. Avere gente così in squadra è molto importante”.
Di ieri la notizia che Lavanchy e Custodio non resteranno.
“Spiace molto che Custodio e Lavanchy non rinnovino. Fanno parte della vecchia guardia, sono ottimi giocatori e bravi ragazzi, importanti sia sul campo che nello spogliatoio. Non sarà facile rimpiazzarli".
In estate potrebbe esserci una mezza rivoluzione: preoccupato?
"Onestamente non parliamo spesso di situazioni contrattuali nello spogliatoio. È vero che anche nel calcio, come nella vita, i cicli finiscono. Ma dipende come finiscono e noi vogliamo concludere bene. Poi spero che la rivoluzione, come la chiamate voi, avvenga per gradi. Sappiamo che per poter rivaleggiare con le più forti bisogna avere una rosa molto ampia. Questo periodo ce l’ha ampiamente dimostrato. Confido che arriveranno giocatori importanti".
Non c’è il rischio di perdere un po’ l’identità?
“L’identità è importante, soprattutto in una piazza come Lugano, per i suoi tifosi. Credo che la dirigenza abbia fatto molto bene a puntare su Croci-Torti, un allenatore che ha portato vicinanza con la gente, oltre a essere molto bravo e preparato. Poi è normale che arrivino nuovi giocatori e che bisognerà dare loro il tempo di adattarsi. Chi è qui da tanto tempo come il sottoscritto fa sempre di tutto per aiutarli nell’ambientamento”.
Se lo aspettava così il mister?
“Sono stato sorpreso dalla sua nomina ma non ho mai avuto dubbi sulle sue qualità. Credevo che la dirigenza volesse cambiare tutto, anche a livello di staff e invece sono stati molto bravi a puntare su un allenatore che conosceva l’ambiente e i giocatori”.
Veniamo al suo contratto: prolunga?
“Ho tanta voglia di restare a Lugano. È la mia squadra. Oltretutto la mia famiglia qui si trova benissimo. Voglio contribuire a raggiungere grandi risultati con questa maglia e giocare ancora l’Europa. So che la dirigenza è giustamente ambiziosa come lo sono io e spero che si possa continuare assieme questo bellissimo percorso”.
Ma firma?
“Direi che siamo vicini al 90%. Da parte mia non è una questione economica. Non ho chiesto più soldi. Ho soltanto chiesto un contratto di due stagioni. Mi sento in forma e credo di meritarmelo. Spero che anche loro siano d’accordo e facciano un piccolo sforzo. Sono ottimista, credo che potremo arrivare a un’intesa”.
Tra tre anni ci sarà il nuovo stadio: ci pensa?
“Onestamente sì. Sarebbe un sogno poter giocare ancora un anno nel nuovo impianto. È un’altra motivazione importante per continuare a giocare qui”.