Il passaggio di
Lungoyi alla Juve, ufficializzato giovedi ma che dovrebbe concretizzarsi tra un
anno e mezzo e l’arrivo sulle rive del Ceresio di Monzialo, ci permettono di
approfondire la relazione tra Juventus e Lugano.
E lo facciamo con
Michele Campana, direttore generale del Lugano, che a 360 gradi ci parla anche
di finanze e coppe europee.
Campana, tra voi
e la Juve ormai c’è un grande rapporto.
“Sì, è qualcosa
che nasce da lontano, dal 2015 quando Zeman ci fece prendere Donis dalla Juve.
Uno dei giocatori che ha fatto maggiormente la differenza in questi anni”.
Ecco, arrivando
proprio a quello. Altri giocatori arrivati dalla Juve hanno invece fatto fatica
a inserirsi e a incidere in Super League. Come mai?
“Un po’ perché il
campionato svizzero è cresciuto e non è cosi facile come si può credere. Le statistiche
dimostrano che si tratta di uno dei campionati che fornisce più giovani
calciatori a Bundesliga e Premier League. Un po’ perché per i calciatori
italiani trasferirsi in Svizzera non è ancora qualcosa di accattivante. Forse
hanno paura di uscire dai riflettori mediatici della vicina Penisola”.
Difficile dunque
sperare che la Juve vi ceda giocatori “migliori”?
“Questo è senza
dubbio un punto sui cui bisognerà lavorare e migliorare in futuro. Con la Juve
abbiamo un grande rapporto e sono sicuro che con gli anni lo consolideremo
ancora. Noi dobbiamo continuare a rimanere a certi livelli e poi credo che
tutto avverrà in maniera naturale”.
In Italia si
parla di 3,5 milioni per la cessione di Lungoyi e 2,5 milioni per l’acquisto di
Monzialo. Vorrebbe dire un guadagno di un milione per voi.
“Non parlo di
cifre, per il momento sono protette. Poi è chiaro che più in là, essendo la
Juventus quotata in borsa, si saprà tutto. Si tratta comunque di cifre che se
per il calcio svizzero sono relativamente alte, sono assolutamente normali per
una società come la Juventus”.
Lungoyi è stato
venduto al momento giusto o forse si poteva ancora aspettare e sperare di ricavare
qualcosa di più in futuro?
“Dobbiamo pensare
che per andare avanti bisogna vendere ogni anno e con il mercato di questo
periodo è tutto molto più complicato. Si lavora prevalentemente su degli scambi
o contropartite tecniche. Purtroppo anche le grandi società sono in crisi e di
riflesso mancano i flussi che arrivavano dall’alto. Basti pensare che club
molto importanti come Barcellona o Inter faticano a pagare gli stipendi e tanti
altri rischiano il default”.
La situazione è così drammatica?
“Assolutamente sì.
Inoltre si è sommato anche il problema della Brexit, di cui ancora non parla
quasi nessuno. I club inglesi erano molto importanti per tutto il movimento poiché
spendevano tanti soldi nell’acquisto di giovani talento dalle società più
piccole. Ora con la Brexit è molto più difficile ottenere un permesso di lavoro
in Inghilterra: richiedono ai calciatori requisiti e curriculum importanti”.
Il Lugano economicamente
come sta?
“Non sta bene,
così come tutti gli altri club. Ci stiamo indebitando e anche i contributi a fondo
perso sono legati a tante condizioni e requisiti e comunque non coprono la
reale perdita. Sarà importante, in attesa che arrivi lo stadio, continuare a
lavorare bene come abbiamo fatto in questi ultimi cinque anni sul fronte
sponsor, marketing, merchandising e social media. Altrimenti lo stadio sarà
fine a se stesso”.
Sono importanti
anche i risultati della squadra: qualificarsi in Europa potrebbe dare una mano?
“Sì, ma purtroppo
le cose sono cambiate anche a livello europeo. Chi arriverà secondo, terzo o
quarto in campionato, dovrà giocare i preliminari (partendo dal secondo turno)
di Conference League. Per noi, finché la Svizzera avrà questo ranking (siamo
17.esimi), addio Europa League e ai soldi che arrivavano da
questa competizione, che è stata ridotta da 48 a 32 squadre con le conseguenze che
si possono intuire per le nazioni più piccole che ne resteranno fuori”.
Per l’Europa
League la qualificazione ai gironi valeva 3 milioni di franchi. Con la
Conference League?
“La cosa buffa è
che non lo sappiamo ancora. Vedremo quanti soldi l’Europa League riverserà a
cascata sulla Conference League. Per le squadre svizzere che saranno impegnate
in queste manifestazioni sarà comunque importante ottenere dei risultati per migliorare
in nostro ranking e sperare di poter tornare un giorno in Europa League”.
Perlomeno, nel caso
di spareggi di Conference League, potrete giocare a Cornaredo, no?
“Teoricamente sì.
Peccato che però la prossima estate dovremo iniziare i lavoro dello stadio provvisorio
e perciò non potremmo farlo comunque…”.