Calcio
"Non tutto è stato ottimale e abbiamo perso dei talenti"
Michele Campana, nuovo presidente del Team Ticino, racconta la sua sfida al Corriere del Ticino
Pubblicato il 18.02.2022 09:29
di Red.
Una sfida stimolante attende il 34.enne Michele Campana, nuovo presidente del Team Ticino, a partire dalla formazione U21 che dalla prossima stagione sarà a tutti gli effetti una compagine del Lugano.
Campana si è raccontato oggi al Corriere del Ticino.
Il nuovo ruolo
«È un compito che assumo molto volentieri. È vero che in passato il sodalizio, soprattutto durante un periodo ben specifico, è stato contraddistinto da alcune turbolenze. Ora però la situazione è molto tranquilla. Inoltre, in qualità di rappresentante del FC Lugano, negli ultimi anni sono stato attivo all’interno dell’Associazione, imparando a conoscerne le dinamiche. Ritengo dunque di aver accumulato sufficiente esperienza, affinché determinati errori non vengano più ripetuti».
Lugano U21
«Dall’anno prossimo il Team Ticino U21 diverrà a tutti gli effetti una compagine del Lugano, dove comunque i giovani di proprietà del Chiasso e del Bellinzona potranno giocare in doppia qualifica, proprio come già accade ora. Un passaggio inevitabile, siccome l’FCL è attualmente la squadra faro del nostro cantone e si assume l’onore e l’onere di fungere da traino per tutto il movimento. Una dinamica che Bellinzona e Chiasso hanno compreso appieno, a riprova della sintonia e del rispetto reciproco che attualmente regnano tra i tre club. Quasi tutte le società di Super League annoverano una compagine inserita in una categoria inferiore, che funge da trait d’union tra la formazione e il calcio professionistico. In futuro sarà vitale dare sempre più importanza alla U21, una direzione del resto già intrapresa nelle scorse settimane. Penso ad esempio agli acquisti effettuati per rinforzarla, ma anche alla nuova pianificazione degli allenamenti, con un anticipo della seduta serale e lo svolgimento di altri due sessioni in mattinata. L’obiettivo nel breve termine è ovviamente quello di mantenere il posto in Prima Lega, ma in futuro vorremo riuscire salire di uno scalino, approdando in Promotion League».
Gli errori del passato
«Non tutto è stato ottimale. E la conseguenza è che alcuni talenti prodotti sul territorio - penso a Giotto Morandi, Allan Arigoni, Daniel Leo o Nikita Vlasenko - si sono trasferiti altrove, chi in Svizzera e chi all’estero. Le prime squadre in questo senso devono recitare un po’ il mea culpa, perché per delle necessità contingenti e delle difficoltà finanziarie non hanno mai avuto la pazienza di puntare sui giovani, risultando troppo distanti da loro e dal Team Ticino. Il tutto navigando spesso a vista, con una pianificazione a corto termine. È altresì vero che i ragazzi, dal canto loro, devono però disporre del livello necessario per poter giocare in determinate categorie. Il nostro obiettivo d’ora in poi, forti anche delle sicurezze derivanti dalla nuova proprietà bianconera, sarà quello di fornire loro una piattaforma in grado di prepararli adeguatamente a ciò che li attende».